Leggende metropolitane: di Mariella Gerardi, ScuolaOggi 15.6.2014 Un argomento attuale, quanto spinoso, è rappresentato dalla questione delle ferie dei docenti delle scuole italiane e costituisce un tema che si ripropone ogni volta che si chiude l'anno scolastico. Accade che il falso mito dei tre mesi di vacanze riaffiori nell'immaginario collettivo quando la scuola chiude i battenti, con i non addetti ai lavori che immaginano una scuola chiusa, senza attività, quindi con i docenti in vacanza. Per sfatare questo falso mito è importante innanzitutto ricordare che in questi giorni i docenti stanno dando il massimo in lunghi e stressanti scrutini, in momenti di valutazione, esami di stato, attività che si protrarranno spesso sino a metà luglio. Siamo quasi a metà giugno e nessun docente è in ferie, quindi appare evidente quanto i luoghi comuni, in questa materia, abbondino. Al corpo docente, inoltre, non è consentito, tranne in casi particolari, di usufruire di giorni di ferie durante le attività didattiche e questo rappresenta uno svantaggio che a sua volta si trasforma in un accumulo di ferie da concentrare alla fine dell’anno. Volendo approfondire l’aspetto tecnico, che consentirà di capire come sia un falso mito quello dei tre mesi, è ovvio che i trentadue giorni più quattro di festività soppresse, come un qualsiasi impiegato comunale o un bancario, rappresentano circa un mese e mezzo di vacanze. Come dire, mentre i dipendenti di altre categorie diversificano le loro ferie in vari periodi dell’anno, i docenti sono costretti (è il termine più adatto) a fruirne necessariamente nel periodo estivo, quando non ci sono attività didattiche. In genere un piano ferie parte da metà luglio e termina prima della fine di agosto, quando si devono effettuare gli scrutini per chi ha avuto debiti formativi. Quindi l’oggetto del contendere è: cosa fa il docente sino al 15 luglio?
I docenti impegnati negli esami di stato, di fatto, lavorano, come e più di prima, mattina e spesso pomeriggio, tutti i giorni della settimana. I docenti di scuola dell’infanzia sono impegnati in attività didattica sino al 30 giugno. Gli altri docenti sono impegnati in varie attività di chiusura anno scolastico, scrutini, collegi docenti, dipartimenti, riunioni varie, sino al 30 giugno. Negli istituti superiori si attivano anche corsi di recupero per i debiti proprio in quelle due settimane e, se si considera che ogni anno oltre il 30% degli alunni termina con almeno un debito, è ovvio che buona parte dei docenti sono coinvolti in tali attività. Ciò evidenzia come almeno fino alla metà di luglio il docente sia ancora impegnato in diverse attività. Alla luce di questi dati, dunque, i tre mesi di ferie si riducono ad un mese e mezzo; periodo, questo, che, detto francamente, appare necessario per il riposo fisico e mentale di professionisti che investono tutto l’anno le proprie energie nello svolgimento di un lavoro impegnativo, stressante e ricco di responsabilità. C’è poi chi propone l’apertura delle scuole durante i mesi estivi, sostenendo che gli insegnanti potrebbero continuare il loro lavoro nei confronti, per esempio, di quegli alunni che hanno bisogno di attività di rinforzo. Si tratta, in pratica, di una vecchia idea che periodicamente viene riproposta e portata all’attenzione del Ministero dell’istruzione, ma che puntualmente non viene presa in considerazione per tutta una serie di motivi di ordine organizzativo. Tale proposta suscita non poche perplessità da parte del corpo docente che, ancora una volta, avverte la poca attenzione che viene rivolta alla categoria, decisamente sottovalutata. |