Se l’insegnante vale il 30 per cento di Emiliano Sbaraglia, Corriere Scuola di vita 2.1.2014 Una recente ricerca inglese, condotta dallo psicologo Robert Plomin del King’s College di Londra è arrivata a conclusioni come queste: «Le differenze nei risultati scolastici sono altamente ereditabili. La variabilità dei voti può essere in larga parte attribuita alla genetica, che conta molto più di scuola e ambiente familiare». Secondo lo studio, un buon insegnante determina il 29 per cento circa delle differenze nel successo scolastico dei sedicenni inglesi giunti alla fine della scuola dell’obbligo, mentre i geni ereditati da padre e madre pesano invece per il 58 per cento.
Cerchiamo di capire. Prima di tutto: l’eredità genetica è senza dubbio importante, ma l’evolversi dei tempi, per fortuna, ci ha raccontato e racconta tante storie di sviluppo ed emancipazione culturale, oltre che sociale, di figli che sono riusciti nel campo degli studi più e meglio di quei padri che a scuola, in non pochi casi, non erano affatto andati, o si erano fermati ai primi rudimenti per poi iniziare a lavorare.
E a proposito di individualità, quanto scritto dagli esperti del King ‘s College londinese non riesce a far comprendere come e perché i numeri emersi dallo studio dovrebbero consigliare una «educazione personalizzata», terreno sempre molto articolato all’interno del quale un insegnante deve sapersi muovere con assoluto tatto, oltre che estrema competenza. Il passaggio dall’attenzione specifica verso uno studente (DSA, ora i BES, ma non solo) all’isolamento dello stesso dal resto della classe, è un concreto rischio da evitare. Il lavoro di gruppo, l’obiettivo di far crescere insieme una classe intera, per portarla a un buon livello complessivo di crescita e conoscenza, rimane una delle prerogative fondamentali di un bravo insegnante, che allo stesso momento deve operare su attitudini e ritardi di ogni «intelligenza» presente in aula.
In attesa di riscontro, meglio continuare a fare ciascuno il proprio lavoro quotidiano, di genitori e insegnanti. Con costanza e il giusto coinvolgimento, qualche progresso si otterrà sicuramente. Al di là di (e magari oltre) qualsiasi eredità genetica. |