Renzi vuole tagliare gli unghioli ai burocrati

da Tuttoscuola, 13.1.2014

Il segretario del PD, Matteo Renzi, nel cosiddetto “Jobs Act” ha dichiarato che i dirigenti pubblici, a differenza degli altri dipendenti, non devono essere a tempo indeterminato perché assunti senza concorso. Questo il passaggio incriminato: 6. Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.

Renzi, dunque, vuole contenere l’attuale potere dei burocrati e controllarlo in funzione del cambiamento per lo sviluppo, ma non è detto che il rimedio (contratto a tempo determinato senza concorsi) migliori la situazione. Anzi. Ne è convinto, ad esempio, Giorgio Rembado, Presidente della Federazione della Funzione Pubblica di CIDA, che, dopo aver ricordato che attualmente la grande maggioranza dei 165mila dirigenti pubblici sono stati assunti per concorso, ha sottolineato “come un dirigente assunto a tempo determinato possa essere maggiormente soggetto ai condizionamenti del datore di lavoro politico e quindi instaurare con esso un rapporto fiduciario. Questo certo non costituirebbe la massima garanzia per il cittadino. Ricordiamo, infatti, che la figura del dirigente pubblico rappresenta una figura di garanzia secondo il principio di imparzialità sancito dalla Costituzione”.

In effetti l’assunzione dei dirigenti per chiamata diretta e lo spoils system dell’alta dirigenza di questo ultimo decennio non hanno dato risultati molto confortanti anche all’interno dell’Amministrazione scolastica.  

Secondo Rembado, il corso-concorso è “lo strumento che consente di selezionare le persone più preparate per un determinato ruolo e garantirne un’adeguata formazione”.