Superiori di 4 anni/2. da Tuttoscuola, 24.1.2014 ‘Diplomarsi a 18 anni con successo’.si può, a giudizio degli esperti intervenuti sul tema in occasione del seminario promosso questa mattina alla Camera dall’on. Milena Santerini. Sul punto, con accenti diversi, hanno concordato i tre relatori che hanno preso la parola dopo il ministro, che si è fermata ad ascoltarli per un tempo insolitamente lungo per un esponente del governo. Mario A. Dutto, già direttore generale degli ordinamenti del Miur, ha sostenuto che occorre ridare significato e peso all’esame finale e alle valutazioni interne in tutto il percorso scolastico valorizzando le migliori esperienze in un quadro di maggiore flessibilità. Solo in un quadro di rinnovamento istituzionale complessivo e di forte rimotivazione degli studenti acquista senso la riduzione della durata della scuola da 13 a 12 anni. Luisa Ribolzi, sociologa dell’università di Genova e componente dell’Anvur, ha presentato una gamma di possibili soluzioni riguardanti soprattutto l’utilizzo del quinto anno, da porre in relazione alle scelte successive, ma ha giudicato negativamente l’idea che si possa “fare in quattro anni le stesse cose che ora si fanno in cinque” senza ripensare in profondità l’assetto e le finalità della scuola secondaria. Favorevole alla riduzione della durata della scuola da 13 a 12 anni si è detto anche Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, che ha insistito a sua volta, riprendendo da un diverso punto di vista l’opinione già espressa da Ribolzi, sulla necessità prioritaria di rivedere l’intero curricolo, e non solo quello della scuola secondaria superiore. Dopo le relazioni citate sono state presentate, con il coordinamento di Tuttoscuola, alcune interessanti esperienze e testimonianze di cui diamo conto un una news successiva. ‘Diplomarsi a 18 anni con successo’.si può, a giudizio degli esperti intervenuti sul tema in occasione del seminario promosso questa mattina alla Camera dall’on. Milena Santerini. Sul punto, con accenti diversi, hanno concordato i tre relatori che hanno preso la parola dopo il ministro, che si è fermata ad ascoltarli per un tempo insolitamente lungo per un esponente del governo. Mario A. Dutto, già direttore generale degli ordinamenti del Miur, ha sostenuto che occorre ridare significato e peso all’esame finale e alle valutazioni interne in tutto il percorso scolastico valorizzando le migliori esperienze in un quadro di maggiore flessibilità. Solo in un quadro di rinnovamento istituzionale complessivo e di forte rimotivazione degli studenti acquista senso la riduzione della durata della scuola da 13 a 12 anni. Luisa Ribolzi, sociologa dell’università di Genova e componente dell’Anvur, ha presentato una gamma di possibili soluzioni riguardanti soprattutto l’utilizzo del quinto anno, da porre in relazione alle scelte successive, ma ha giudicato negativamente l’idea che si possa “fare in quattro anni le stesse cose che ora si fanno in cinque” senza ripensare in profondità l’assetto e le finalità della scuola secondaria. Favorevole alla riduzione della durata della scuola da 13 a 12 anni si è detto anche Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, che ha insistito a sua volta, riprendendo da un diverso punto di vista l’opinione già espressa da Ribolzi, sulla necessità prioritaria di rivedere l’intero curricolo, e non solo quello della scuola secondaria superiore. Dopo le relazioni citate sono state presentate, con il coordinamento di Tuttoscuola, alcune interessanti esperienze e testimonianze di cui diamo conto un una news successiva. |