Test selettivi per le iscrizioni? da Tuttoscuola, 20.1.2014 La circolare n. 28/2014 sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, per il secondo anno obbligatoriamente on line, oltre a ricordare alle istituzioni scolastiche l’opportunità di deliberare i criteri di precedenza secondo principi di ragionevolezza e di adottare come estrema “ratio” il criterio dell’estrazione a sorte, sembra introdurre inaspettatamente un nuovo criterio che lascia francamente perplessi. “È, comunque, da evitare - recita la circolare - il ricorso ad eventuali test di valutazione quale metodo di selezione delle domande di iscrizione nei corsi sperimentali”. La formulazione è ambigua, perché - forse - negando afferma. Viene infatti negato il ricorso a test di valutazione per selezionare le domande di iscrizione per i soli corsi sperimentali (che, ad oggi, sono soltanto quei pochissimi che sperimenteranno i percorsi quadriennali). Ma in questo modo, però, viene il dubbio che si possa dedurre che i test di selezione possano essere impiegati in tutti i corsi ordinari, cioè pressoché ovunque. Se così fosse, verrebbe ufficializzato, quindi, il ricorso a test selettivi che negli anni scorsi avevano suscitato, nei casi in cui erano stati adottati in taluni licei, le proteste di alcune associazioni di genitori. Se fosse corretta questa interpretazione, le perplessità su questa disposizione - che compare per la prima volta nella circolare delle iscrizioni - sarebbero almeno di due tipi. Innanzitutto, considerato che il criterio dei test potrà essere adottato nella scuola secondaria di I e di II grado, ci sarebbe da chiedersi se può valere per accedere a classi che sono ancora nella fascia dell’obbligo e se contrasta con quanto la stessa circolare afferma: “l’Amministrazione scolastica deve garantire in ogni caso, soprattutto per gli alunni soggetti all’obbligo di istruzione, la fruizione del diritto allo studio attraverso ogni utile forma di razionalizzazione e di indirizzo a livello territoriale”. In secondo luogo il criterio selettivo sulla base del merito metterebbe a rischio la possibilità di accesso degli alunni con disabilità, senza considerare che potrebbe costituire anche un filtro ad excludendum di alunni con cittadinanza non italiana. Urge un chiarimento. |