Né prelievo né ritocco degli stipendi
Il governo salva le buste paga dei prof

Il Consiglio dei ministri approva il decreto: ripristinati gli scatti d’anzianità

 La Stampa, 18.1.2014

Traguardo in vista per la «vertenza» sugli automatismi stipendiali del personale della scuola. Un decreto legge varato stamani dal consiglio dei ministri conferma quanto annunciato dal premier Letta nei giorni scorsi e cioè che dalle buste paga non verrà prelevata la tranche di 150 euro come restituzione degli “scatti” già pagati dal primo gennaio 2013, ripristina gli scatti d’anzianità per il 2014 e consente di recuperare quelli del 2012 e 2013.

Il provvedimento demanda, infatti, a un’apposita sessione negoziale il riconoscimento dell’anno 2012 ai fini della progressione stipendiale dei dipendenti della scuola (insegnanti e personale non docente). E assicura che nelle more della conclusione di questa sessione («e comunque non oltre il 30 giugno 2014») «al personale interessato verrà mantenuto il trattamento economico corrisposto nell’anno 2013».

La procedura negoziale per il recupero dei mancati scatti è stata già utilizzata per gli anni precedenti al 2012 e – si spiega – viene finanziata con risparmi e risorse provenienti dal settore scolastico senza alcun onere aggiuntivo per il bilancio dello Stato. Si attingerà dunque senz’altro al 30% di risparmi derivanti dai tagli dell’era Gelmini (sono stati accantonati 120 milioni) e poi, per la restante parte probabilmente come in passato dal Mof, il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Cauta soddisfazione tra i sindacati tra i quali resta qualche “mal di pancia” e la convinzione dell’urgenza di un confronto con il ministro Carrozza.

Il decreto «risolve solo in parte le questioni» afferma il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Scrima, secondo il quale «resta indispensabile e risolutivo, come avvenuto negli anni scorsi, un passaggio negoziale di cui torniamo a chiedere che siano accelerati i tempi». Scrima lamenta poi che nel provvedimento «nulla si dice sull’altra questione in campo, quella delle posizioni economiche del personale Ata» (al quale era stata chiesta la restituzione, poi sospesa, dell’incentivo economico, stabilito con un accordo del 2011, per mansioni che vanno oltre i normali compiti).

«Contrariamente a quanto affermato dal Ministro nei giorni scorsi il governo non ha stanziato le risorse necessarie a evitare il prelievo fondo per il miglioramento dell’offerta formativa» accusa il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo che ritiene «gravissimo non aver previsto alcuna soluzione strutturale per le posizioni economiche del personale Ata».

«In sostanza viene ripristinata la progressione economica per anzianità prevista dal contratto vigente, ma viene per tutti rallentata per il mancato riconoscimento del 2013» sintetizza il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna, aggiungendo che «ora occorre dare maggiori certezze su tutti gli aspetti retributivi del personale, cosa che si può fare solo per via contrattuale». Della stessa idea il leader della Gilda, Rino Di Meglio: «adesso chiediamo al ministro Carrozza, di convocare con urgenza i sindacati per riavviare in tempi rapidi la trattativa all’Aran e risolvere la questione definitivamente».

Se gli insegnanti, come ha detto il ministro Mauro lasciando stamani Palazzo Chigi, possono stare tranquilli, cominciano ad agitarsi altri dipendenti pubblici. Il sindacato di polizia Silp-Cgil auspica un provvedimento analogo a quello della scuola anche per il personale di polizia e chiede ai ministri D’Alia e Alfano «un impegno reale su questo delicato versante al fine di non mortificare operatori che contribuiscono, ogni giorno, alla tenuta democratica del nostro Paese».