I sordi tornano alla carica:
riconosceteci la nostra Lis

di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 31.1.2014

Presentato un progetto di legge che prevede il via libera alla lingua dei segni italiana per “garantire la piena espressione dei diritti di cittadinanza”. Se ne è parlato durante un convegno alla Camera organizzato dall’Ens-Onlus: molti parlamentari si sono detti concordi nel sottolineare come, in questa 'battaglia', l'Italia si mostri più di un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei. Anche a scuola


Il popolo delle persone sorde combatte da decenni per il riconoscimento della Lis, la lingua dei segni italiana. Perché solo attraverso questo passaggio sarà possibile arrivare a quelle forme di uguaglianza e libertà di comunicazione, che chiedono le persone non udenti. Ancora una volta qualche parlamentare tenta quindi di raggiungere tale fine presentando un disegno di legge in Parlamento: stavolta il ddl, che prevede il riconoscimento della Lis proprio per “garantire la piena espressione dei diritti di cittadinanza”.

Se ne è parlato il 31 gennaio alla Camera dei Deputati, nel corso del convegno "Obiettivo Lis, un progetto di legge, un progetto di vita per l'abbattimento delle barriere della comunicazione", organizzato dall'Ente Nazionale Sordi (Ens-Onlus). L’occasione è servita anche per sensibilizzare la classe politica e l'opinione pubblica nei confronti sulla necessità di arrivare ad una rapida approvazione del testo.

Nel corso del convegno, inoltre, si è fatto il punto sulla situazione italiana e sulla normativa europea in materia: l'incontro è stato introdotto dal Vicepresidente della Camera Marina Sereni e ha visto la partecipazione di molti parlamentari italiani ed europei, concordi nel sottolineare come, in questa 'battaglia', l'Italia si mostri più di un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei. Dalla difficoltà dei sordi di esprimersi al pronto soccorso o in ospedale, a quella di stabilire relazioni a scuola o all'università, dagli ostacoli a carpire informazioni attraverso la televisione, alla mancata partecipazione al dibattito politico, fino alla possibilità di difendersi in tribunale utilizzando un traduttore della lingua dei segni: tante le forme di discriminazione che assume questo disagio. Per questo, secondo Giuseppe Petrucci, presidente nazionale E.N.S., anche lui sordo, "riconoscere la lingua dei segni significa abbattere le barriere della comunicazione e dare pari opportunità a tutti scegliere il modo che preferisce per comunicare" ma significa anche "riconoscere pienamente il diritto di uguaglianza di tutti i cittadini" e "garantire loro una vera inclusione sociale".

C’è solo da sperare che sia la volta buona. Un riconoscimento ufficiale della Lis produrrebbe, infatti, anche effetti positivi sul fronte della comunicazione e dell’apprendimento degli alunni sordi.