Dietrofront sui tagli ai professori
Ma la scuola resta una polveriera

IL GOVERNO fa dietrofront e gli insegnanti non dovranno restituire a botte da 150 euro al mese gli scatti percepiti nel 2013. La retromarcia rispetto a quanto emerso il giorno precedente è stata decisa ieri nel corso di una riunione precipitosamente convocata in mattinata a Palazzo Chigi tra ...

di Stefano Grassi, Quotidiano.net 9.1.2014

ROMA
IL GOVERNO fa dietrofront e gli insegnanti non dovranno restituire a botte da 150 euro al mese gli scatti percepiti nel 2013. La retromarcia rispetto a quanto emerso il giorno precedente è stata decisa ieri nel corso di una riunione precipitosamente convocata in mattinata a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e il titolare dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza.

È stato così risolto il pasticcio per il recupero degli scatti sulle buste paga degli insegnanti, nato da una norma del 2009 che dava al ministero dell’Istruzione la possibilità di evitare il blocco solo a condizione di trovare le risorse al proprio interno. Il recupero deciso dal Ministero dell’Economia alcuni giorni fa è scattato quasi in automatico quando il ministero dell’Istruzione non ha trovato le coperture.

Il tweet del ministro Carrozza che adesso invitava Saccomanni a bloccare il recupero è così arrivato come un fulmine a ciel sereno, vista la responsabilità del dicastero dell’Istruzione sulle coperture e sulla gestione dell’intera operazione. Deciso di soprassedere sul recupero immediato, spetterà ora proprio al ministro Carrozza - ha scritto il Tesoro nella nota ufficiale - reperire i fondi in altro modo. Un comunicato che tra le righe fa trasparire l’irritazione per lo scaricabarile istituzionale. «Tra Natale e Capodanno sono stati presi questi provvedimenti per inerzia amministrativa», ha spiegato ieri Carrozza assumendosi le sue responsabilità e assicurando che sarà fatta «un’analisi interna per capire dove non si è compreso che prendere una decisione su 80mila persone doveva prevedere una comunicazione ai ministri. Si farà un’analisi di chi ha sbagliato e vedremo».
Anche se già a metà mattinata il premier aveva usato Twitter per rassicurare gli insegnanti e poco dopo il comunicato di palazzo Chigi aveva messo nero su bianco la decisione presa d’impeto dopo la levata di scudi bipartisan contro il taglio, i sindacati della scuola restano sul chi va là. La Flc Cgil avverte che «sarà sciopero se questa decisione non sarà definitiva e non si estenderà al ripristino degli scatti 2012 e 2013 e agli altri tagli in busta paga». I Cobas ritengono la «questione ancora aperta» in quanto lo «stesso ministro Saccomanni ha dichiarato che il recupero delle somme non sarà effettuato a patto che le risorse corrispondenti saranno trovate all’interno del bilancio della scuola (ovviamente con altri tagli)». Per gli scatti del 2013, che si rifletteranno sulle buste paga 2014, spiega la Uil, «il governo deve cambiare la parte del decreto 122 che bloccava gli scatti e rimetterli. Deve restituire agli 80.000 dipendenti della scuola 300 milioni di euro».

CISL e Uil lanciano denunciano intanto un nuovo caso di prelievo forzoso che riguarderebbe il personale non docente Ata, circa 8mila persone, a cui è chiesto di restituire l’incentivo economico, stabilito con un accordo del 2011, una cifra che va dai 50 ai 150 euro. Ma il ministro, parlando in serata al Tg1 ha spiegato che «anche questa vicenda sarà risolta e il personale Ata può stare tranquillo». I sindacati intanto attendono una convocazione urgente dalla ministra Carrozza per sapere «come intende mettere fine a questo balletto indecente di responsabilità che si scarica sulle condizioni salariali e normative del personale della scuola».