Scuola, soldi tolti ai prof.
Letta fa marcia indietro:
"Nessuna restituzione di quei 150 euro"

Gli scatti di anzianità che i docenti dovevano ridare allo Stato avevano scatenato il caos. Ma su Twitter il premier annuncia il dietrofront dopo la levata di scudi del Pd. Renzi soddisfatto: "Bene governo, su insegnanti cambia verso", ma soltanto poche ore prima aveva scritto: "Rimediate a questa figuraccia". Esulta il ministro Carrozza

 la Repubblica scuola 8.1.2014

ROMA - Marcia indietro del governo sui soldi tolti ai prof dopo la levata di scudi del Pd di Matteo Renzi. Su Twitter, infatti, a metà mattinata è il premier Enrico Letta ad annunciare: "Gli insegnanti non dovranno restituire 150 euro percepiti nel 2013 a seguito della contorta vicenda sugli scatti derivanti da norme assunte tra il 2010 e il 2013". Lo scatto di anzianità sottratto agli insegnanti - una prima volta - dall'ex ministro Giulio Tremonti, poi restituito ai docenti dal governo in carica lo scorso settembre, ma successivamente sottratto una seconda volta non appena passato Natale (e dunque da rimborsare allo Stato) aveva fatto esplodere il caos in una sorta di 'tutti contro tutti'. Alle 10.22 di stamani il 'cinguettìo' del presidente del Consiglio: un dietrofront che arriva a pacificare gli animi e che incassa l'ok di chi, fino a qualche minuto prima, era pronto a dare battaglia. Democratici in primis.

Infatti, terminata la riunione a Palazzo Chigi, e stabilito che quei 150 euro potranno rimanere nelle tasche dei prof, è il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza ad esultare: "Sono soddisfatta per gli insegnanti". E soddisfatto, dopo le bacchettate di poche ore prima all'Esecutivo, si dice subito il segretario Pd Matteo Renzi: "Bene governo: su insegnanti cambia verso - torna a scrivere il 'rottamatore' su Twitter utilizzando lo slogan che ha caratterizzato la propria campagna di comunicazione per le primarie da cui è uscito vincitore -. Adesso lavoro: dati Istat devastanti. Oggi bozza jobs act per dibattito aperto. Il Pd decide il 16 gennaio". Gli fa eco Gianni Cuperlo, presidente dell'assemblea nazionale del partito, che non si limita a plaudire: "E' bene che in breve tempo il governo abbia trovato la quadra di un incidente destinato a tradursi in un pasticcio. Il governo eviti - e questo è il monito - in futuro, di prendere l'autostrada contromano".

Già ieri sera, ospite di Lilli Gruber a 'Otto e mezzo', Renzi aveva detto: "Lasciate ai docenti quei soldi, mica siamo su Scherzi a parte". Ma anche il Nuovo centrodestra aveva respinto la decisione del ministero dell'Economia di chiedere agli insegnanti la restituzione dello scatto di anzianità nel 2013: "Così il governo si fa male da solo. Entreremo in questa vicenda e faremo di tutto per impedire che questo avvenga". A dirlo era stato il ministro dell'Interno e leader del Ncd Angelino Alfano, ospite su Canale5. Ancora su Twitter, invece, si era fatto sentire stamani il numero uno di Sel, Nichi Vendola, che nel mirino aveva piazzato l'iniziale "silenzio di Letta".

Un "silenzio" che il premier ha rotto con un contrordine tale da far dire a molti esponenti democratici che si è trattato di una "vittoria del Pd". E' il caso di Davide Faraone, membro della segreteria nominata da Renzi e responsabile di Scuola e welfare. Gli fanno eco Pina Picierno, e svariati altri tra deputati e senatori dem. A stoppare l'entusiasmo ci pensa Beppe Fioroni, ex ministro della Pubblica istruzione oggi deputato che alla vigilia delle primarie disse di preferire Cuperlo a Renzi: "Siccome siamo in uno Stato di diritto, quello che serve per risolvere davvero il problema, e non solo per fare i 'pierini' su chi è più bravo e chi è più cattivo, è mettere nel Milleproroghe una norma che equipari gli insegnanti ai magistrati, le forze dell'ordine, i militari in modo che siano esclusi dai blocchi contrattuali, ivi compresi gli scatti di anzianità", altrimenti "la toppa rischia di essere peggiore del buco e non si risolve il problema.