ICT/1. Le competenze da TuttoscuolaNews, n. 619 27.1.2014 Le aziende che si aprono al networking (comunicazione elettronica, e-commerce, internet economy) sono sempre più numerose, ma spesso non trovano le risorse umane qualificate per la progettazione, realizzazione, sviluppo e manutenzione delle attività in rete. Il sistema formativo italiano non è attualmente in grado di soddisfare questa esigenza, e un problema analogo esiste quasi ovunque nel mondo perché la velocità di cambiamento delle ICT (Information and Communication Technologies) è molto superiore a quella di ri-organizzazione dei sistemi educativi, soprattutto di quelli più rigidi e istituzionalizzati come il nostro. E’ questa la ragione del successo di vere e proprie imprese neo-formative multinazionali come la Cisco Systems, leader mondiale del networking per internet, che ha messo a punto, e presenta con varie iniziative - tra le quali un convegno che si svolge lunedì 27 a Milano Congressi - un programma di formazione (Cisco Networking Academy Program) che consente di imparare ad operare su reti di piccole e medie dimensioni. Secondo informazioni fornite dalla stessa Cisco, dal 1999 a oggi sono circa 71.500 gli studenti italiani che hanno frequentato il programma, sono state consegnate 13.700 certificazioni e sono più di 300 le ‘Academy’ attive in scuole, università e centri di formazione, con 600 istruttori (nel mondo le ‘Academy’ sono più di 10.000 in 165 Paesi). I percorsi formativi portano al conseguimento di certificazioni individuali Cisco, di vario livello, riconosciute o comunque apprezzate dalle aziende che operano sulla rete a livello planetario: i titoli, o meglio le certificazioni, sono cioè spendibili internazionalmente, specie se accompagnate dalla conoscenza dell’inglese ‘tecnologico’, quello dell’informatica. Il rischio, soprattutto per i sistemi meno aperti all’innovazione, è che questo secondo mercato delle certificazioni di competenza (vale per le ICT, ma anche per l’inglese e per qualunque altro pacchetto strutturato di competenze di carattere tecnico) si affianchi e si sovrapponga, fino in parte a sostituirlo, a quello dei titoli rilasciati dai sistemi educativi formali, che potrebbero progressivamente perdere interesse e attrattività agli occhi dei giovani. A meno che si attrezzino per reggere la sfida tecnologica delle multinazionali dell’educazione non formale. |