In attesa della Costituente: di Cinzia Olivieri, Educazione & Scuola 18.1.2014 Ed ora il referendum Dopo l’annuncio della legge delega e poi quello prenatalizio della Costituente (1), com’è noto il ministro Carrozza, in prossimità dell’Epifania, ha rilanciato con la proposta di un “referendum” on line (2), per aprire un dibattito pubblico su importanti dieci tematiche della scuola. In realtà, come per la Costituente (3), la definizione non appare aderente alle caratteristiche delle tipologie referendarie previste dalla nostra Costituzione (es. referendum abrogativo art. 75 Cost. e costituzionale art. 138 Cost.) e sembra piuttosto afferire alle forme di consultazione della popolazione che l’articolo 8 punto 3 del Dlgs 267/00 dispone debbano essere previste negli statuti comunali Infatti il Ministro, anche ed in particolare attraverso il suo profilo di twitter (4), ha chiarito che la Costituente della scuola non sarà un referendum on line ma una consultazione nazionale, a cui potranno partecipare non solo addetti ai lavori o rappresentanti di associazioni ma anche “singoli individui” e cittadini per fare proposte su argomenti quale reclutamento, autonomia, valutazione, alternanza scuola lavoro quale strumento per combattere la dispersione, ordinamenti, durata del corso di studi e nuove materie da inserire nei programmi… Questi gli argomenti di discussione sino ad ora indicati, tra i quali ad oggi non si fa cenno agli organi collegiali Attraverso la piattaforma ministeriale si potrà partecipare alla Costituente e discutere della scuola poiché “l’unico modo per rilanciare la scuola è che la società partecipi alla scuola e capisca la scuola” (5). Si può aggiungere che chi è dentro la scuola dovrebbe spiegarla a chi la vede da fuori ma pur tuttavia ne detterà le regole del domani. Questa può costituire un’opportunità, ma la sfida sarà arrivare ad un’idea univoca giacché, da quando si è voluta destinare al fallimento la comunità immaginata con gli organi collegiali istituiti dai “decreti delegati” affinché la Scuola parlasse un condiviso linguaggio, ciascuna componente resta saldamente ancorata alle proprie diverse istanze.
In verità la scuola non è affatto nuova a consultazioni. Negli anni 1999/2000, durante il ministero di Berlinguer, ci furono, su base regionale, il MoniForm (6) (monitoraggio della Formazione) ed il MoniPOF (7) (monitoraggio della sperimentazione del piano dell’offerta formativa), quest’ultimo con il coinvolgimento di focus-group (docenti-studenti-genitori). L’esperienza appare essersi conclusa con la rilevazione dei dati senza apparenti interventi. Lo stesso dicasi per la due giorni degli Stati generali (8) organizzata dal Ministro Moratti nel dicembre 2001. Ma è ancora più significativo, nel 2006/2007, il “Progetto Ascolto” del ministro Fioroni, all’interno del cui report si leggono alcuni interessanti passaggi in merito alle diverse posizioni delle componenti della scuola, che paiono determinare un pericoloso “circolo vizioso” di cui occorrerebbe tener conto anche nella presente occasione e cioè:
Sarebbe interessante riproporre alle diverse componenti, a distanza di ormai dieci anni dal convegno sugli organi collegiali, la domanda: servono ancora gli organi collegiali? (9) Negli stessi anni anche a Trento, provincia autonoma esclusa dal predetto progetto (che non coinvolse Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige) ed attualmente di riferimento per la sua autonomia statutaria, un’indagine (10) svolta tra il 2007 e il 2008 sulle Consulte dei Genitori negli istituti comprensivi della provincia ha dato chiare indicazioni non solo sulla positiva valutazione dell’organismo di partecipazione ma anche delle difficoltà nella sua affermazione (11) Quale autonomia Tra i quesiti formulati dal Ministro meritano particolare attenzione quelli in tema di autonomia: “e l’autonomia scolastica come si deve realizzare? che tipo di dipendenza dai governi nazionali o regionali si deve attuare?” (12) Tanto è rafforzato da un passaggio dell’intervista su “Repubblica” nella quale è stato sottolineato quanto il buon funzionamento di un istituto sia collegato, per effetto della forte centralizzazione, alle capacità dei singoli presidi. Tali concetti sono stati ribaditi anche in occasione della visita del ministro Carrozza in Calabria del 14 gennaio (13) Ciò si può intendere non solo come il riconoscimento di un’autonomia non ancora pienamente realizzata ma altresì da ripensare, in particolare in quanto fortemente dipendente, a livello di singola istituzione, dalla figura del dirigente.
Eppure nella sua replica del
23 giugno 2013 davanti alle Commissioni riunite (VII) di Camera e
Senato sulle linee programmatiche, il Ministro aveva sottolineato
come una riforma degli organi collegiali dovesse tener conto del
nuovo assetto della “governance” per effetto dell’autonomia e
delle nuove competenze della dirigenza (14) Organi collegiali e legge delega Intanto l’8 gennaio la VII^ Commissione Senato ha espresso parere favorevole sul ddl 958, che prevede la delega anche in materia scolastica con specifico riferimento agli organi collegiali, ponendo alcune condizioni tra cui quella di limitare la redazione dei Testi unici ad un’operazione di semplificazione normativa con una eventuale una raccolta anche delle norme regolamentari vigenti adeguandole ove necessario alla nuova disciplina. Ebbene, tale legge delega prevede che i previsti decreti legislativi dovranno essere adottati nel rispetto dei princìpi e criteri direttivi di cui alla legge 59/97, per cui l’autonomia si erge a principio. Per gli organi collegiali territoriali poi non sarà possibile procedere per testi di mera compilazione poiché, anche in assenza di innovazione normativa, il Dlgs 297/94 resta inapplicato ed il Dlgs 233/99 non è mai entrato in vigore, non si tengono elezioni dal 2001 e com’è noto a dicembre del 2012 è scaduta l’ultima proroga del CNPI (15), anche con conseguenti dubbi di legittimità per i provvedimenti adottati senza il previsto parere. E qui si pone il problema della dipendenza dai governi regionali e nazionali. I recenti disegni di legge ormai sembrano affermare inequivocabilmente il principio dell’autonomia statutaria sul modello trentino, senza tener presente che invece l’altra provincia autonoma di Bolzano conserva una disciplina centralizzata ed unitaria. L’effetto dell’autonomia statutaria non è solo quello per il quale ciascuna scuola attraverso i propri statuti potrà avere la propria legge elettorale (e non solo, con evidente conseguente disagio per le inevitabili differente), ma la perdita della collegialità territoriale con la previsione solo di un organo nazionale e la possibilità per le Regioni di costituire conferenze autonomamente disciplinate. Ed inoltre, chi vigilerà sulla corretta applicazione di statuti e regolamenti? Eppure l’art. 117 della Costituzione riconosce legislazione esclusiva allo Stato in materia di “f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo; e n) norme generali sull’istruzione”. Invece ogni scuola avrà la sua legge elettorale. Ebbene, dovrebbe essere garantito a tutti lo stesso diritto di partecipazione che invece verrebbe negato in quanto delegato all’autonomia delle scuole (e delle Regioni). Ma quali proposte? La tempistica della Costituente prevede a giugno la pubblicazione dei risultati (i cui dati saranno disponibili a tutti) e la comunicazione a settembre delle indicazioni recepite. Il lavoro non sarà facile perché alla scuola purtroppo serve molto di più che “La diffusione del digitale e un investimento su laboratori, biblioteche, palestre“, pur utili e necessari (2) Siamo alla ricerca di soluzioni e ricette, ma è difficile ascoltare la voce della Scuola perché questa non è collegata. Gli organi collegiali territoriali dovevano e potevano costituire la giusta sede di ascolto. Perciò se si vuole dare voce alla Scuola che essa non sia la sommatoria di istanze individuali e spesso discordanti tra cui non è facile fare sintesi.
(1) Edscuola Dalla legge delega alla Costituente sulla scuola … quale partecipazione? http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=33793 (2) Repubblica.it Carrozza: “Lancio referendum sul web. Ora diteci che scuola volete” http://www.repubblica.it/scuola/2014/01/05/news/carrozza-75160926/ Tecnicadellascuola.it Carrozza: Presto un questionario on line su come vorremmo la scuola, possono partecipare tutti http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=51174&action=view (3) Edscuola-Famiglie Tra Costituente, consultazioni e Consulta http://www.edscuola.eu/wordpress/?p=34867 (4) OrizzonteScuola.it La costituente per la scuola parte da Twitter? Si discute di reclutamento, autonomia e nuove materie da insegnare http://www.orizzontescuola.it/news/costituente-scuola-parte-twitter-si-discute-reclutamento-autonomia-e-nuove-materie-insegnare (5) https://twitter.com/MC_Carro/status/419772476394967040 (6) http://www.irre.toscana.it/autonomia/formaz.htm (7) http://www.irre.toscana.it/moniPOF2/docuf/rapporto2000.pdf (8) Corriere.it Stati generali, parte la nuova scuola della Moratti http://www.corriere.it/Pop-up/statigenerali.shtml (9) Edscuola-Famiglie Convegno Scuola Organi Collegiali – 10 MARZO 2004 – organizzato dalla Provincia di Roma – tavola rotonda http://www.edscuola.it/archivio/famiglie/convegno_scuola_organi_collegial.htm (11) Rivista dell’Istruzione 6/10 – Ed. Maggioli La consulta provinciale dei genitori (12) https://twitter.com/MC_Carro/status/419779361466630145 (13) Tecnicadellascuola.it Carrozza: “Importante la costituente, ma temo per il clima politico” http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=51479&action=view (14) Vivalascuola. “Se non ti piace obbedire, cambia lavoro” Governance scolastica e “nuovi” poteri del dirigente (15) Edscuola-Famiglie …e si ritorna a parlare di partecipazione |