Governo cialtrone con la scuola P. Oddifreddi, la Repubblica blog 8.1.2014 Il ministro Saccomanni avrà anche tutte le motivazioni tecniche per imporre ai sottopagati insegnanti del nostro paese una restituzione di 150 euro al mese, pari a circa il 10% del loro misero stipendio medio. Ma che sia un privilegiato ex banchiere della Banca d’Italia a voler scippare una delle categorie più disincentivate della nostra pubblica amministrazione, invece di dimettersi per dignità e orgoglio, è semplicemente l’ennesima riprova che la classe politica merita di essere “gettata nel cestino dei rifiuti della storia”, come disse a suo tempo Trotski. E quando si parla di classe politica, la si intende tutta intera. Perché questo ennesimo pasticcio è il risultato dell’incompetenza congiunta di ben tre governi, uno peggiore dell’altro (ed è tutto dire): quello di Berlusconi, sostenuto dal solo centrodestra, e quelli di Monti e del primo Letta, entrambi sostenuti sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Furono Berlusconi e Monti a bloccare la progressione economica degli stipendi degli insegnanti per il triennio 2010-2012, anche se poi pagarono comunque gli scatti, fingendo di dare con una mano ciò che toglievano con un’altra. Nel 2010, infatti, i fondi si trovarono grazie ai tagli della riforma Gelmini. Nel 2011, furono sottratti alle attività formative. E nel 2012, vennero distratti dal bilancio dell’istruzione. Nel gennaio del 2013 il blocco triennale terminò, e gli scatti maturati cominciarono a essere pagati regolarmente. Ma a settembre l’ineffabile Letta decise di non essere da meno dei suoi due gloriosi predecessori, e bloccò retroattivamente gli scatti del 2013: anche quelli già pagati, che ora vengono richiesti indietro, unendo il danno alle beffe. Naturalmente, lo scippo non è che l’ultimo sberleffo fatto agli insegnanti e alla scuola. Dopo i tagli al personale e ai finanziamenti, non potendo ormai dare di meno, il governo ha cominciato a chiedere di più: dapprima nel carico di lavoro, e ora addirittura nei soldi. I sindacati minacciano giustamente uno sciopero, ma è giunta l’ora che gli insegnanti smettano di sostenere con il loro volontariato una scuola che li bistratta da decenni, e che pretende di vivere al di sopra delle proprie possibilità e dei propri mezzi. Invece di scendere in piazza per qualche giorno, gli insegnanti inizino dunque semplicemente uno sciopero bianco a oltranza. Non facciano niente di più di ciò per cui vengono miseramente pagati, rispetto ai loro colleghi dei paesi civili d’Europa. Lascino che la scuola degradi e vada a rotoli, così che il resto d’Europa veda finalmente dove ci stanno portando quei tronfi sapientoni della Banca d’Italia, della Bocconi, del Bilderberg e dell’Aspen, con la benedizione dell’ex “comunista” che presiede questa nostra Repubblica delle Banane. |