TFA II ciclo: eppur si è mosso.
Ma che cammini bene…
dal
blog di Max
Bruschi, 24.1.2014
La buona notizia
(meglio tardi che mai), è che il II ciclo del Tirocinio formativo
attivo, il percorso ordinamentale finalizzato all’abilitazione dei
docenti, partirà.
Buona notizia, innanzitutto, per coloro i quali erano in attesa di
abilitarsi “virtuosamente” e che temevano, a ragione, di essere
stati totalmente dimenticati in favore di altri soggetti (e più non
ci appulcro). Ma buona, anzi, ottima notizia, se l’avvio del II
ciclo significasse la stabilizzazione delle procedure di
abilitazione, da bandirsi costantemente, ogni anno, perché ci si
troverebbe di fronte a quella “continuità” di procedure che
differenzia una amministrazione statuale civile rispetto alla
concessione, una tantum, di “benefici” dal sapore feudale. Il che
non conculca (ci mancherebbe!) la possibilità di modifiche ai
percorsi: ma già se la regola tra gentiluomini fosse di far
proseguire senza indugi quel che c’è, in attesa di ciò che verrà,
avremmo fatto un bel passo avanti sulla strada della civiltà
giuridica.
Dopo le buone notizie,
ce ne sono altre che inducono, però, a qualche riflessione. Primo,
l’indicibile ritardo di avvio dei percorsi rende necessario una
revisione delle procedure e una scelta che garantisca tempi certi,
per il futuro, a tutela delle aspettative e dei progetti di vita dei
singoli aspiranti. Se il primo ciclo già era partito, complice il
mutamento al governo, in ritardo, anche il secondo ha subito la
stessa sorte: ma ciò lede quel principio della continuità degli atti
e delle procedure che è il crisma di una amministrazione moderna,
efficiente ed efficace.
Secondo, il 249/2010
prevede un monitoraggio dei percorsi, al fine di affinare, in corso
d’opera, le procedure di attivazione e di svolgimento e, se del
caso, sanzionare le inadempienze (e pure ce ne sono state). I
percorsi fuori controllo sono un danno, per tutti. Innanzitutto per
chi aspira a una formazione seria e rigorosa, e non può trovarsi di
fronte a varie, disdicevoli “italianate”.
Terzo, in attesa che si
perfezionino gli atti “propedeutici” al bando (innanzitutto, che
arrivi finalmente il parere del MEF sui contingenti), occorre
approntare una “lista della spesa” tale da consentire a tutti i
soggetti coinvolti (in primis, gli ASPIRANTI, ma gli atenei, le
istituzioni scolastiche, la stessa amministrazione) di arrivare
preparati all’evento, facendo tesoro di quanto successo in passato.
Occorre, dunque,
-
aggiornare il
provvedimento di istituzione dei percorsi, che potrebbe
prevedere requisiti più stringenti (ad esempio, le convenzioni
con le istituzioni scolastiche, per impedire lo sconcio di
percorsi attivati in assenza di possibilità di tirocinio: come
successo per il Cinese; curriculum adeguati per la direzione del
corso, norme stringenti sulla valutazione e sulla chiusura dei
corsi) e chiarire tutti i dubbi interpretativi che, nel corso
del I ciclo, furono risolti in corso d’opera con apposite
direttive, ma a volte ai limiti se non oltre il tempo utile (ad
esempio, la tempistica dell’apertura e della chiusura dei
corsi), e aprire, sulla base di quel decreto, l’offerta
formativa degli atenei.
-
chiarire se la
prova preselettiva, le cui caratteristiche NON sono mutate
(prova disciplinare e sulle competenze di lingua italiana), sarà
nazionale o demandata agli atenei e, in tutti i casi, stabilire
un “syllabus” per la predetta prova;
-
prevedere,
elencando i casi, preselettive di ambito sulle discipline comuni
e, in alcuni casi, penso alle CdC con cascata verticale
“diretta”, come le lingue, l’educazione motoria, etc., di
rendere comuni anche le prove selettive e i percorsi, magari
distribuendo le ore di tirocinio e di didattica in modo da
coprire la formazione sul primo e sul secondo ciclo;
-
prestare attenzione
alle modalità di recupero nazionale di posti residui (i casi in
cui in un ateneo ci siano più idonei delle disponibilità, a
fronte di altri con posti vacanti), ed evitare
di prestare il fianco a “Ricorsopoli” prevedendo graduatorie
nazionali a fronte di prove locali.
Resto, naturalmente, in
attesa di eventuali suggerimenti.