Registro elettronico:
battuta di arresto?

di R.P. La Tecnica della Scuola 19.1.2014

La diffusione del registro elettronico non pare procedere in modo lineare in tutte le scuole. Più delle altre ad essere in difficoltà sono le scuole primarie che dispongono di pochissime risorse. Ma restano i problemi di sempre, tra cui la mancata adozione del Piano nazionale per la digitalizzazione.


Dopo l’ubriacatura generale dei mesi scorsi, la diffusione del registro elettronico sembra segnare una battuta d’arresto, soprattutto nelle scuole primarie e secondarie di primo.

I motivi sono semplice ed erano anche facilmente prevedibili.

Per poter utilizzare correttamente lo strumento è necessario che la scuola sia dotata di una adeguata rete wireless oltre che di un certo numero di pc portatili o di tablet.
Era del tutto prevedibile che in una situazione in cui le scuole non riescono a garantire neppure i servizi minimi (è di questi giorni la notizia di ispezioni delle Asl e delle relative ordinanze di chiusura per “sporcizia” che si stanno moltiplicando in tutta Italia) non sarebbe stato facile riuscire a generalizzare in pochi mesi l’uso del registro elettronico.
Diversa è ovviamente la situazione delle scuole superiori dove già negli scorsi anni sono state attivate numerose sperimentazioni.
Di questo però il Ministero sembra non preoccuparsi più di tanto: il recente decreto che assegna fondi (15milioni di euro) per la digitalizzazione e per le reti wireless riguarda infatti esclusivamente le scuole secondarie di secondo grado. Scuole primarie e medie, invece, devono fare da sé.

E così in molte istituzioni scolastiche accade che ci sono i tablet ma manca la connessione, oppure c’è la connessione ma non ci sono i soldi per acquistare computer o, ancora, la formazione dei docenti è stata fatta in modo approssimativo.

Senza contare il fatto che in diversi casi i docenti sono di fatto costretti a fare il lavoro dalla propria abitazione.

E questo rappresenta un vero e proprio rischio, perché se la propria connessione non è “protetta” nei modi dovuti qualunque danneggiamento provocato alla piattaforma del registro potrebbe essere addebitato al docente con ripercussioni da non sottovalutare sia sotto l’aspetto economico sia sotto il profilo penale e civile.

Va infine detto che le scuole stanno operando in totale assenza dell’apposito regolamento ministeriale sul piano di digitalizzazione espressamente previsto dalla legge.

Insomma, un po’ di cautela sarebbe necessaria a tutela degli operatori scolastici e degli studenti i cui dati personali e sensibili devono essere trattati in modo preciso e sicuro.