I tablet alle elementari sono utili o dannosi? Corriere Scuola di vita, 6.2.2013 Apocalittici e integrati. Sembra riproporre le categorie proposte da Umberto Eco, il dibattito che si è aperto sull’introduzione delle nuove tecnologie alle elementari.
Bernardo Vertecchi, ordinario di Pedagogia all’Università Roma Tre, evidenzia i rischi di un uso precoce della tecnologia. «Perdere la capacità di scrittura manuale, utilizzare solo o prevalentemente la tastiera può avere risvolti negativi sulla qualità del pensiero» spiega. E per sperimentare i benefici di un esercizio costante della scrittura a mano, ha coinvolto 350 bambini di due elementari della Capitale nel progetto Nulla dies sine linea (neanche un giorno senza tracciare una linea). Lo schieramento del «No» ha avuto visibilità con il rifiuto dei genitori della IB Iqbal Masih di Roma di trasformarsi in «Cl@sse 2.0». «No» per le modalità («una decisione comunicata a inizio anno, senza che i genitori venissero consultati», spiega Mauro Giordani, un papà che guida il gruppo di «dissidenti» tecnologici). Ma no, soprattutto, «per un progetto i cui effetti non sono noti né a noi, né alle insegnanti, né al ministero proponente».
Alle accuse, la preside della scuola Stefania Pasqualoni, ha risposto che non era in atto «nessuna abbuffata digitale»: il progetto prevedeva, infatti, solo tre a settimanali dedicate all’uso delle tecnologie In effetti, il dibattito non è fuori luogo: gli studiosi sono ancora discordi sulle contributo pedagogico che le nuove tecnologie possono dare. Ma se guardiamo i bambini che già a tre anni – se non a due – usano il tablet per giocare o guardare video, sfogliano il monitor interattivo come e meglio di un libro, allora forse c’è da pensare che il loro sviluppo cognitivo si sta evolvendo in una forma tutta nuova.
Cosa ne pensate voi professori e genitori? Cosa avviene nelle vostre scuole? Ma soprattutto, secondo voi é giusto introdurre a scuola i tablet così presto? |