Gli studenti italiani e il lavoro di P.A. La Tecnica della Scuola 18.2.2014 I diplomati e neolaureati francesi, tedeschi o svedesi con risultati simili ai colleghi italiani hanno più chance di assunzione
Nonostante la Germania abbia reagito alla crisi con un tasso di disoccupazione giovanile stabile o addirittura in discesa e una percentuale record di laureati sotto contratto a sei mesi, qualche imprevisto si è manifestato.
Infatti, spiega il giornale, secondo
le stime del Bundensbargur für Arbeit, l'agenzia di lavoro della
Germania, il 12% degli studenti sotto apprendistato non completa il
suo periodo di formazione e il 30% degli universitari abbandona gli
studi prima della laurea. L'alternanza scuola-lavoro è invece ferma al palo con stage poco diffusi in Francia: un tirocinio solo il 46% dei giovani, contro una media Ue del 61%. Ma anche sottopagati e ininfluenti sulla carriera successiva: se il 60% di studenti tedeschi iscritti a un programma di apprendistato trova lavoro o si orienta con decisione per il futuro, trimestri o addirittura anni di stage alzano di appena il 6% la probabilità di assunzione. Altro gap: l'internazionalità, intesa sia come competenze ridotte con le lingue straniere sia come apertura internazionale della formazione accademica e lavorativa. La terza edizione dell'indice di conoscenza dell'inglese a firma di Ef/Epi relega l'Italia tra i paesi a «basso livello di competenza» con un punteggio di 50,97, sotto alla Russia (51,08) e sopra a Cina e Francia (50,77 e 50,33). Qualcosa si sta muovendo, visto il progresso di quasi 2 punti rispetto alla "pagella" precedente. Ma è ancora poco, soprattutto per l'attrattività di matricole dall'estero: negli atenei italiani gli studenti stranieri sono circa il 3,5%. In Germania il 10%. |