Istat, in Italia spesa per l'istruzione bassa
e alto numero dei Neet

 Tuttoscuola,  11.2.2014

In Italia si spende meno per l'istruzione rispetto all'Europa. È quanto emerge dal rapporto Istat 'Noi Italia', giunto alla sesta edizione.

In Italia, scrive infatti l'istituto di statistica, "l'incidenza della spesa in istruzione e formazione sul Pil è pari al 4,2 per cento, valore ampiamente inferiore a quello dell'Ue27 (5,3 per cento) (2011)". Nel 2012 "il 43,1 per cento della popolazione tra i 25 e i 64 anni ha conseguito la licenza di scuola media come titolo di studio più elevato; è un valore molto distante dalla media Ue27 (25,8 per cento) e inferiore solo a quelli di Portogallo, Malta e Spagna. In Italia il 17,6 per cento dei 18-24enni ha abbandonato gli studi prima di conseguire il titolo di scuola media superiore (12,8 per cento in media Ue), quota che sale al 21,1 per cento nel Mezzogiorno".

I dati più recenti sul livello delle competenze dei 15enni prossimi alla fine dell'istruzione obbligatoria (indagine Pisa dell'Ocse) evidenziano per i nostri studenti "performance inferiori alla media Ocse e a quella dei paesi Ue che partecipano all'indagine, ma confermano i segnali di miglioramento già evidenziati tra il 2006 e il 2009. La permanenza dei giovani all'interno del sistema di formazione, anche dopo il termine dell'istruzione obbligatoria, è pari all'81,3 per cento tra i 15-19enni e al 21,1 tra i 20-29enni".

La media Ue21 nelle due classi considerate, secondo l'Istat "è più alta (rispettivamente 87,7 e 28,4 per cento), ponendo l'Italia agli ultimi posti nella graduatoria dei paesi europei. Il 21,7 per cento dei 30-34enni ha conseguito un titolo di studio universitario (o equivalente). Nonostante l'incremento che si osserva nel periodo 2004-2012 (+6 punti percentuali), la quota è ancora molto contenuta rispetto all'obiettivo del 40 per cento fissato da Europa 2020".

Ammontano infine a due milioni "i giovani 15-29enni (il 23,9 per cento del totale) non inseriti in un percorso scolastico e/o formativo e neppure impegnati in un'attività lavorativa. Si tratta di un valore fra i più elevati in Europa. La differenza fra i generi mette in luce una incidenza dei Neet più elevata fra le ragazze, si amplia inoltre lo svantaggio del Mezzogiorno. Solo il 6,6 per cento degli adulti è impegnato in attività formative, un valore che evidenzia il ritardo dell'Italia in materia di apprendimento permanente".