La poltrona del Ministro di Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 6.2.2014 Il Ministero non ha ancora provveduto a pagare i precari che un paio di anni fa hanno vinto un ricorso per non essere stati stabilizzati. E il Condacons si presenta in Viale Trastevere per chiedere il pignoramento della poltrona di Maria Chiara Carrozza.
Inutile rispondere a questa domanda, in quanto la risposta è scontata. Stiamo parlando della condanna subita dal Miur, che imporrebbe il risarcimento, da parte del Dicastero guidato dal ministro Maria Chiara Carrozza a qualche centinaio di precari della scuola, ma che a due anni dalla sentenza non è ancora stato saldato. La notizia è che il Ministero dell'Istruzione è stato condannato a risarcire 472 insegnanti che avevano percepito uno stipendio totalmente inadeguato, rispetto al servizio realmente svolto. Esiste a tal riguardo una normativa europea, precisamente la direttiva 1999/70/CE, che prevede attraverso le sue clausole, che il lavoro del personale precario della scuola venga equiparato giuridicamente ed economicamente al personale già assunto a tempo indeterminato. Secondo un principio di non discriminazione tra lavoratori, la direttiva europea 1999/70 CE, dispone la prevenzione degli abusi derivanti dall'utilizzo di un ripetersi continuativo di contratti di lavoro a tempo determinato. L'Italia ha anche recepito tale direttiva europea, approvando nel settembre 2001 il decreto legislativo n. 368. In questo decreto legge, si sottolinea che un contratto a tempo determinato può essere prorogato non più di una volta e che la durata totale massima di uno o più contratti a tempo determinato, stipulato secondo la stessa tipologia, non può superare i tre anni. In buona sostanza un docente precario inserito nelle graduatorie ad esaurimento, secondo quanto previsto dalla direttiva europea, recepita dalla normativa italiana, dopo il terzo contratto annuale a tempo determinato, dovrebbe essere regolarizzato con un contratto a tempo indeterminato.
Queste norme
appena citate vengono completamente disattese dal nostro ministero
dell’ Istruzione, che però adesso è chiamato a risarcire alcune
centinaia di docenti. |