Per Matteo Renzi, la scuola è il punto di partenza. Innanzitutto ascoltare gli operatori, quindi edilizia. Ogni mercoledì visiterà una scuola Orizzonte scuola, 24.2.2014 red - E' in corso la richiesta della fiducia del Premier Matteo Renzi al Senato. Cosa ha detto sulla scuola? La sua proposta è un pacchetto di riforme che metta al centro il valore della scuola. Aggiornato con il testo del discorso del Primo Ministro Risalto alla scuola nel discorso del premier al Senato. I commenti La sua proposta è una diversa visione della scuola. "Difronte alle nuove generazioni - ha affermato Renzi - abbiamo l'obbligo di indicare una prospettiva del futuro. Non c'è politica futura che non parta dalla centralità della scuola". E propone un confronto con le famiglie e gli insegnanti da cui partire per restituire valore sociale all'insegnante. Rivalutazione che, afferma Renzi "ha bisogno di un cambio di forma mentis, non di denaro, di riforme, ma solo del rispetto di chi va nelle classi e si assume su di sé il compito di essere "collaboratore della creazione della libertà". Anche se all'espressione: "Avete parlato con i docenti?", rivolto ai senatori, pronunciato dal Primo Ministro, si sono scatenate le proteste del Movimento 5 stelle. La proposta di Renzi è di coinvolgere dal basso gli operatori della scuola, rivolgendosi proprio al Ministro Giannini. Siamo curiosi di conoscere le modalità di tale coinvolgimento, dal momento che lo stesso Ministro ha detto di essere alquanto scettica sulla costituente avviata dal predecessore. Renzi ha, inoltre, promesso di dedicare ogni mercoledì a visitare una scuola, per dare un segnale simbolico che dalla scuola si riparte e dalla capacità di educare. Punto di partenza, che vedrà già nelle prossime settimane i primi risultati, ha promesso Renzi, sarà l'edilizia. Innanzitutto con lo stop al patto di stabilità che "va cambiato subito" per sbloccare i fondi destinati all'edilizia scolastica, perchè non ci possono essere "delle norme che si occupano della stabilità burocratica e non della stabilità delle nostre scuole". I comuni e province devono essere messi in grado di spendere i soldi per l'edilizia. E scriverà ai sindaci e presidenti delle province per un punto della situazione dell'edilizia scolastica. L'idea del Premier è di intervenire con un programma straordinario di qualche miliardo di euro sui singoli territori partendo dalle richieste dei sindaci e intervenendo in modo concreto e puntuale.
Le parole del discorso di Renzi che riguardano la scuola Noi pensiamo che non ci sia politica alcuna che non parta dalla centralità della scuola. (Commenti dal Gruppo M5S). Mi piacerebbe che chi ha la presunzione di avere la verità in tasca avesse la possibilità di confrontarsi con le insegnanti delle scuole e le famiglie nella loro vita di tutti i giorni, perché l'idea che da questa parte ci sia la casta e dall'altra ci siano i cittadini si è un po' rovesciata. Lo dico a una parte di questo Parlamento. (Commenti dal Gruppo M5S). Chi di noi tutti i giorni ha incontrato cittadini, insegnanti, educatori e mamme sa perfettamente che c'è una bellissima e straordinaria richiesta che è duplice. Da un lato si chiede di restituire valore sociale all'insegnante, e questo non ha bisogno di alcuna riforma, ma di un cambio di forma mentis. MUSSINI (M5S). Ha bisogno di soldi! RENZI, presidente del Consiglio dei ministri. Non ha bisogno di denaro, riforme, commissioni di studio: c'è bisogno del rispetto che si deve a chi quotidianamente va nelle nostre classi e assume su di sé il compito struggente e devastante di essere collaboratore della creazione di una libertà, della famiglia e delle agenzie educative. Il compito di un insegnante è straordinario. Ci avete mai parlato con gli insegnanti e ascoltato quello che dicono oggi? (Commenti dal Gruppo M5S). PRESIDENTE. Ci sarà modo di esprimere il proprio dissenso durante la discussione. Lasciate parlare. RENZI, presidente del Consiglio dei ministri. Spero che il Presidente del Senato mi consenta di formulare questo invito ai senatori del mio partito: ricordiamoci sempre che svolgiamo una funzione sociale, tesa a recuperare le difficoltà che stanno incontrando in questo momento i senatori e le senatrici del Gruppo del Movimento 5 Stelle nei confronti della propria base e dell'opinione pubblica che li sostiene. (Applausi dal Gruppo PD e dei senatori Susta e Merloni). Non è facile stare in un partito in cui c'è un capo che dice: «Io non sono democratico». Quindi, vogliamogli bene anche se loro non ne vogliono a noi. (Applausi dal Gruppo PD. Commenti dal Gruppo M5S). Io non ho fretta. Vado avanti. LEZZI (M5S). Paura, Renzi? Ha paura? (Applausi dal Gruppo M5S). PRESIDENTE. Per favore, senatori. RENZI, presidente del Consiglio dei ministri. Parlavo degli insegnanti. (Commenti della senatrice Lezzi). Qual è la priorità che questo Paese ha nei confronti degli insegnanti? Sicuramente lo sa il Ministro dell'istruzione pubblica e dell'università: coinvolgere dal basso in ogni processo di riforma gli operatori della scuola. Non c'è dubbio. Ma c'è una priorità a monte: recuperare quella fiducia, quella credibilità, recuperare quella dimensione per cui se qui si fanno le cose, allora nelle scuole si può tornare a credere che l'educazione sia davvero il motore dello sviluppo. Ci sono fior di studi di economisti che dimostrano come un territorio che investe in capitale umano, in educazione, in istruzione pubblica è un territorio più forte rispetto agli altri. Da Presidente del Consiglio io entrerò nelle scuole, una volta ottenuta - se così sarà - la fiducia dal Senato e dalla Camera. Mercoledì mattina, come faccio tutte le settimane, mi recherò in una scuola (la prima sarà un istituto di Treviso, perché ho scelto di partire dal Nord-Est, mentre la settimana prossima andrò in una scuola del Sud), e lo farò perché penso che sia fondamentale che il Governo non stia soltanto a Roma, e quindi mi recherò nelle scuole, come facevo da sindaco, per dare un segnale simbolico, se volete persino banale, per dimostrare che da lì riparte un Paese. Dalla capacità di educare, di tirare via, di tirare fuori (nel senso latino del termine) nasce la credibilità di un Paese, ma per farlo c'è bisogno della capacità di garantire una concretezza amministrativa. Con quale credibilità possiamo dire questo se continuiamo a tenere gli investimenti nell'edilizia scolastica bloccati da un Patto di stabilità interno che almeno su questa parte va cambiato subito? Come si può pensare che il Comune, la Provincia abbiano competenza sull'edilizia scolastica senza però avere la possibilità di spendere soldi che sono lì bloccati perché esistono norme che si preoccupano della stabilità burocratica ma non si rendono conto della stabilità delle aule in cui vanno a studiare i nostri figli? (Applausi dai Gruppi PD, Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE, PI e SCpI). Come è possibile che non ci sia chiarezza su questo aspetto? Domani scriverò una lettera ai miei colleghi sindaci, oltre 8.000, per chiedere a tutti loro e ai Presidenti delle Province sopravvissuti (Commenti dal Gruppo LN-Aut) di fare il punto della situazione sull'edilizia scolastica, seguendo un bellissimo ragionamento del senatore Renzo Piano. Non so chi di voi ha avuto modo di conoscere le parole, a mio giudizio straordinarie, che Renzo Piano ha pronunciato pochi giorni fa in un'intervista. Piano ha invitato a rammendare i nostri territori, a rammendare le periferie. Credo sia un'espressione molto bella, che dà il senso di ciò di cui abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di intervenire nell'edilizia scolastica dal 15 giugno al 15 settembre, con un programma straordinario - dell'ordine di qualche miliardo di euro, e non di qualche decina di milioni - da attuare sui singoli territori, partendo dalle richieste dei sindaci e intervenendo in modo concreto e puntuale. Ma come? Di fronte alla crisi economica parti dalle scuole? Sì: di fronte alla crisi economica non puoi non partire dalle scuole. Di fronte alla crisi economica partire dalle scuole significa partire, innanzitutto, da una tregua educativa con le famiglie e da un intervento nell'edilizia e nella infrastrutturazione scolastica su cui, nelle prossime settimane, vedrete concreti risultati. È chiaro che il tema della scuola è parziale rispetto al grande tema dell'educazione. Si inizia con gli asili nido. Gli Obiettivi di Lisbona vedono oggi un Paese drammaticamente diviso in due, tra una parte dell'Italia che ha già raggiunto quegli obiettivi (con alcune città che stanno sopra il 40 per cento) e una parte dell'Italia che veleggia su percentuali drammatiche. Alcune non arrivano neanche a doppia cifra: mi riferisco al numero dei bambini che frequentano gli asili nido. Non è un tema da addetti ai lavori. È il tema vero nella vita di tutti i giorni. (Applausi dal Gruppo PD). È il tema che si collega non necessariamente, ma parzialmente, al fatto che abbiamo la condizione di disoccupazione femminile più alta d'Europa. Ed è inaccettabile in una cornice come quella in cui stiamo vivendo. (Applausi dai Gruppi PD, SCpI e Aut (SVP, UV, PATT, UPT)-PSI-MAIE). È un tema che si collega al fatto che un bambino che non frequenta l'asilo nido ha un'occasione in meno rispetto a un suo coetaneo di un altro Paese. Però, non vorrei che questo facesse venir meno un giudizio sulle priorità che riguardano la condizione economica. Metto a verbale che la scuola è il punto di partenza, e intervengo sulle quattro riforme che vi proponiamo, che vi proporremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, e la cui urgenza è l'elemento che detta la scansione temporale dei prossimi mesi e dei prossimi anni, e anche il cambio che noi abbiamo fatto all'interno del Governo. |