Storia dell’arte, tra polemiche e futuro di Carlotta De Leo, Corriere Scuola di vita, 8.2.2013 Abolita la storia dell’arte: millenni di capolavori esiliati dalla scuola, future generazioni senza conoscenza. L’allarme lanciato dal web in poche ore è stato smentito e ri-smentito più volte. E tutto perché si era diffusa la voce (infondata) che la commissione Cultura della Camera aveva bocciato il progetto di aumento delle ore di storia dell’arte alle superiori sostenuto dal ministro Carrozza. Qualche passo indietro, per capire. Dopo la presentazione del Decreto Scuola, lo scorso ottobre, era partita una petizione in difesa delle materie storico-artistiche, che raccolse circa 15mila firme (tra cui anche quelle di Salvatore Settis, Cesare De Seta e Adriano La Regina). Quando il decreto arrivò in Parlamento, le richieste contenute nella petizione furono accolte, ma senza copertura finanziaria.
Sul blog di Beppe Grillo, Chiara Di Benedetto del M5S ha attaccato la maggioranza per la bocciatura dell’emendamento che reinseriva la materia negli indirizzi scolastici dove la «stolta riforma Gelmini» l’aveva eliminata. Il Pd ha replicato che, per evitare disorganiche richieste di aumento orario per diverse discipline, aveva già chiesto e ottenuto un monitoraggio sugli effetti della passata riforma che, insieme alla storia dell’arte, colpì duramente chimica, fisica, musica, matematica, diritto, laboratorio e altre ancora.
«Per potenziare la
cattedra di storia dell’arte, sia nei licei che negli istituti
professionali, servono centinaia di milioni» ha chiarito Maria
Chiara Carrozza. L’assurda bagarre politica di questi giorni lascia attoniti soprattutto loro, i prof che ogni giorno entrano in classe. «Noi speriamo che da tutto questo possa emergere una riflessione fruttuosa, una nuova presa di coscienza sull’argomento» spiega l’Anisa (Associazione nazionale insegnanti di storia dell’arte). Per ottenere risultati concreti, però, «sarà importante allargare la prospettiva a livello europeo. L’enorme patrimonio della nostra disciplina, intesa anche come contenitore di professionalità pedagogica e didattica nonché di buone pratiche, è un bene da tutelare e da trasmettere. L’Italia, non va dimenticato, è stata il primo paese ad inserire un insegnamento obbligatorio di storia dell’arte nella scuola superiore». |