Renzi: "Scelte radicali e coraggio"
Variati: "Scuola, servono fatti.
Il Giornale di Vicenza,
24.2.2014
ROMA. ORE 19.30. VARIATI: E ORA RENZI PASSI
DALLE PAROLE AI FATTI. «E adesso, caro Matteo, dalle
parole ai fatti». Si limite a questo breve post su Facebook il
commento del sindaco di Vicenza, di Achille Variati, sul programma
annunciato oggi dal premier Matteo Renzi nel suo discorso al Senato.
Sempre sul sociale network Variati aveva sottolineato sabato scorso
che «la vera novità del Governo si vedrà lunedì, quando Matteo Renzi
dirà il programma che intende realizzare».
ORE 17. SCUOLA, GIUSTIZIA E STATO SNELLO.
Scuola, imprese, giustizia e riforme: sono questi gli argomenti
principali affrontati dal premier Matteo Renzi in Senato nel suo
discorso durato circa un'ora e dieci. In apertura il presidente del
Consiglio ha anche citato la cantante Gigliola Cinquetti: 'Io non ho
l'età per sedere al Senato', ha detto. A seguire le dichiarazioni
programmatiche era seduta in tribuna al Senato la moglie del
premier, Agnese Landini. Accanto a lei Marco Carrai.
Il premier è stato interrotto da 14 applausi, compreso quello finale:
tutta la maggioranza ha applaudito in piedi tranne i senatori di Ncd,
che sono rimasti seduti al loro posto. L'Aula oggi pomeriggio non è
apparsa particolarmente "calda", e solo i senatori M5S e della Lega
hanno in qualche maniera contestato, pur se non animatamente. I
senatori di Fi e Ncd sono apparsi abbastanza composti e non
particolarmente entusiasti, ma anche quelli del Pd non erano
decisamente "caldi" oltre il "minimo sindacale". Non si è registrato
nessun applauso unanime dell'Assemblea; il più forte è stato quando
Renzi ha citato i due marò.
Prima Telefonata tra Matteo Renzi e il presidente americano, Barack
Obama. Renzi ha sentito il presidente Usa dopo la consegna del
discorso programmatico alla Camera. "Yes", ha risposto il premier
italiano ai giornalisti che gli chiedevano se la telefonata fosse
andata bene.
FIDUCIA - "Comunico di voler
essere l'ultimo premier a chiedere a questa Aula la fiducia": ha
detto Renzi al Senato. "Ci avviciniamo in punta di piedi e con
rispetto profondo e non formale che si deve a quest'Aula e alla
storia del paese che qui ha un simbolo", ha aggiunto spiegando di
avvicinarsi anche con lo stupore di chi si rende conto della
"magnificenza di un luogo" come è il Senato. "Siamo qui a chiedervi
la fiducia che è un gesto controcorrente non tanto nel linguaggio
della politica. Noi vogliamo provare ad andare controcorrente", ha
spiegato aprendo il suo discorso. "Sappiamo perfettamente - ha
quindi aggiunto - che viviamo un tempo di grande difficoltà e
struggenti responsabilità" e abbiamo la consapevolezza di dover
"recuperare il coraggio e il gusto e il piacere di fare sogni più
grandi e accompagnarli da una concretezza puntuale". Poi ancora:
''Chiedere la fiducia oggi è un gesto" che significa "provare ad
andare concorrente: si fa fatica. Chiediamo fiducia a questo Senato
perché pensiamo che l'Italia abbia la necessità di recuperare
fiducia per uscire dalla crisi, è arrugginita, impantanata da una
burocrazia asfissiante. L'idea che le norme succedute negli anni non
hanno prodotto il risultato auspicato - ha detto Renzi - è sotto
occhi di tutti. O si ha il coraggio di scelte radicali" o "perderemo
il rapporto con chi da casa continua a pensare alla politica".
RIFORME - Sulla legge elettorale
e le riforme costituzionali si è raggiunto "un accordo che va oltre
la maggioranza di governo". Quell'accordo "lo rispetteremo nei tempi
e nelle modalità prestabilite", ha detto il premier. L'Italia è
"curiosa e brillante, è un'Italia che si vuole bene e che ci tiene a
presentarsi bene. E' un Paese che non ci segue perché è avanti a
noi: siamo noi che dobbiamo inseguire" e faremo "di tutto per
raggiungerlo con un pacchetto di riforme". ''Il presupposto è che
eravamo ad un bivio: o si andare alle elezioni, noi non abbiamo
paura, siamo abituati a candidarci". Così Renzi che, davanti al
rumoreggiare dei senatori grillini, ha ribadito che il Pd non teme
le elezioni "e lo dico a M5s che imparo apprezzare...". Poi un
applauso polemico dei senatori M5s. Il Pd ha invece applaudito
sinceramente quando Renzi ha ricordato ricorda che il suo partito ha
vinto tutte le elezioni. Andare avanti fino al 2018 - ha spiegato
Renzi - ha un senso se si avverte la consapevolezza dell'urgenza di
misure per il cambiamento. I tempi che in politica sembrano dilatati
- dice tra l'altro - per le persone che la mattina accompagnano i
figli a scuola - diventano stretti per risolvere i problemi. "Il
senso dell'urgenza - continua Renzi - è un elemento centrale".
"Avremmo preferito un chiaro mandato elettorale" - ha affermato
Renzi - ma "propongo che questa sia la legislatura della svolta",
per "indicare una prospettiva di futuro" e dopo aver vissuto "il
semestre europeo come l'occasione per sei mesi di guidare le
istituzioni dell'Europa", poter "guidare per vent'anni politicamente
l'Europa". "Abbiamo nel dna il desiderio di confrontarci. Ma stante
la legge elettorale uscita dalla sentenza della Corte si sarebbe
andati ancora verso un governo delle larghe intese, non sarebbe
stato possibile per alcuno avere la maggioranza nei due rami del
Parlamento. Noi abbiamo proposto che le regole del gioco siano
scritte da tutti, farlo insieme e' il valore fondamentale e
costitutivo del rispetto delle istituzioni. E proveremo a farlo".
"Con quale credibilità possiamo dire che è urgente intervenire sulla
legge elettorale e poi perdere l'occasione del contingentamento dei
tempi"? Così Matteo Renzi, che definisce "una priorità" approvare l'Italicum
alla Camera. Ma aggiunge: "Politicamente esiste un legame netto" con
le riforme di Senato e titolo V: "Sono 3 parti della stessa cosa".
"Proponiamo che a marzo la riforma del Senato parta dal Senato e
quella del Titolo V parta dalla Camera", ha spiegato Renzi durante
il discorso sulla fiducia. Renzi ha chiesto di porre fine ai "derby
ideologici" sottolineando che "il superamento del Senato è il primo
passo per recuperare la credibilità".
SCUOLA - "L'educazione che si
da' nelle scuole è motore dello sviluppo, ho in mente di entrare
ogni mercoledì nelle scuole da premier se otterrò la fiducia:
comincerò da Treviso, dal Nord Est, la prossima settimana si sarà il
Sud. E' fondamentale che il governo non stia solo a Roma". Domani
"scriverò una lettera ai colleghi sindaci, 8 mila, e ai presidenti
delle province sopravvissuti" per fare "un punto sulla situazione
dell'edilizia scolastica seguendo il ragionamento del senatore Renzo
Piano che qualche giorno fa ha proposto di 'rammendare' le
periferie". Renzi ha preannunciato "un programma straordinario
nell'edilizia scolastica sui territori, partendo dalle richieste dei
sindaci".
"Mi piacerebbe che potesse capitare a chi ha la presunzione di avere
la verità in tasca la possibilità di confrontarsi con gli
insegnanti, le famiglie perché l'idea che da questa parte c'è la
casta e dall'altra i cittadini si è un po' rovesciata". Così il
premier Matteo Renzi che però viene nuovamente interrotto dai
senatori M5S. E il presidente del consiglio ribatte: "Noi svolgiamo
una funzione sociale nei confronti dei senatori M5S...non è facile
stare in un partito dove il capo dice 'non sono democratico' ma vi
vogliamo bene lo stesso".
EUROPA - "Se vogliamo immaginare
un semestre europeo serio dobbiamo pensare a che Europa immaginiamo"
ma "non saremo credibili se non riusciremo ad arrivarci senza
sistemare ciò che dobbiamo sistemare. So che la tendenza è quella di
considerare l'Ue la causa dei nostri problemi. Ma per me non è così
e so che nella tradizione europea e europeista sta la parte migliore
dell'Italia: mettere le cose a posto a casa nostra non lo si fa per
l'Ue o per la Merkel ma per il rispetto dei nostri figli e di chi
verrà dopo di noi". "Non consideriamo il Parlamento un inutile
orpello, non abbiamo idea di venire a dettare linea e chiedere che
rapidamente la si esegua nelle Aule. Ma fatevi carico insieme a noi,
perché i tempi non sono più una variabile indipendente, o non saremo
credibili non tanto per partner Ue ma per nostri cittadini.
CRESCITA E LAVORO - Matteo Renzi
parla di una angoscia nel rapporto tra politica e cittadini che
porta alla sensazione di una Italia visto come un paese finito che
ha giocato le tutte le sue carte. "Noi abbiamo deciso di cambiare",
ha affermato il premier nel suo discorso programmatico al Senato.
Poi: "Chi è entrato in una fabbrica o ha incontrato lavoratori, sa
bene che quelli sulla disoccupazione non sono solo 'numerini', ma
indici di una situazione "impietosa e devastante", che "richiede un
cambio radicale della politiche economiche e provvedimenti concreti
che con Padoan abbiamo discusso e approfondiremo nelle prossime
settimane". Negli ultimi anni la capacità di attrazione dell'Italia
è diminuita" e nel Paese "c'è un dibattito surreale" perché "sembra
che se un soggetto vuole investire da noi debba essere cacciato
gridando 'guai allo straniero'", ha detto Renzi spiegando che questi
investimenti vanno cercati.
Per il lavoro "non ci saranno parole ma interventi precisi. Nessun
decreto crea posti lavoro, ma da marzo partiremo con la discussione
parlamentare del cosiddetto piano per il lavoro che interverrà con
regole innovative" anche "perché senza nuove assunzioni il problema
delle garanzie non si pone nemmeno". "A questa generazione - ha
affermato Renzi - diciamo che l'Italia vuole diventare un luogo di
opportunità, l'opportunità, fatemelo dire con una battuta, è dispari
e non pari. Se perdiamo, non cercheremo alibi, se perderemo la sfida
la colpa è solo mia, deve finire il tempo in cui nei Palazzi dei
Poteri si trova una scusa". Alla generazione di chi oggi non ha
lavoro "diciamo che l'Italia vuole diventare il luogo delle
opportunità". "L'opportunità è dispari, non è pari - ha sottolineato
- abbiamo una sola occasione, è questa".
"Mentre qualcuno si divertiva il pil ha perso punti, la disoccupazione
giovanile è aumentata, la disoccupazione è passata dal 6,7% al
12,6%. Questi non sono numeri di una crisi, sono numeri di un
tracollo": così Renzi durante il discorso sulla fiducia in Senato.
MARO' - "Ieri arrivato a Palazzo
Chigi ho scelto di fare alcune telefonate simboliche. E ho scelto di
chiamare i due marò che da troppo tempo sono bloccati a Nuova Delhi
da un'assurda e allucinante vicenda per la quale garantisco il mio
personale impegno e quello del governo".
P.A. - "Il primo impegno è lo
sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso
un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti", ha detto Renzi.
"Dobbiamo avere il coraggio di far emergere in modo netto, chiaro ed
evidente che ogni centesimo speso dalla P.A. debba essere visibile
online da parte di tutti. Questo significa un meccanismo
rivoluzionario per cui ogni cittadino può verificare giorno dopo
giorno ogni gesto che fa il proprio rappresentante".
LETTA - Tutta la maggioranza ha
applaudito nell'Aula del Senato quando il presidente del Consiglio
Matteo Renzi ha citato il suo predecessore a palazzo Chigi Enrico
Letta. M5s ha fatto commenti che hanno infastidito i colleghi del
Pd.