IL CASO

A scuola con i leggings, nota ad una studentessa
Il preside: «Abbigliamento non consono»

La polemica si è scatenata dopo che la ragazzina,
che frequenta un istituto alberghiero di Genova, ha protestato su Fb

 Il Corriere della Sera 14.2.2014

Una ragazzina indossa dei leggings per andare a scuola, con su un maglioncino corto: i pantaloni sono molto sottili e lasciano poco spazio all’immaginazione. La professoressa, quando la vede, sbotta: e decide di metterle una nota, per rimproverarla per quell’abbigliamento, ritenuto poco adatto ad un’aula scolastica. La famiglia della studentessa non replica, ma la ragazzina sì: e lo fa su Facebook, il mezzo più comodo per far sapere al suo mondo che è costretta a rinunciare ai suoi leggings per le regole «assurde della scuola». Scoppia il caso: il suo post viene seguito e commentato da decine di ragazze solidali, e la notizia si diffonde. E’ successo all’istituto alberghiero Marco Polo di Genova, ma in poche ore il web ne ha fatto un caso nazionale.

LA SPIEGAZIONE DEL PRESIDE - «Nessun caso, nessuna vicenda eccezionale», replica il preside dell’istituto, Renzo Talini. «La ragazza aveva indosso dei leggings che sembravano collant, e non li portava come fanno le ragazze adesso, cioè con un maglione lungo, ma con una maglia corta. La professoressa ha ritenuto che non fosse vestita in maniera consona alle regole dell’istituto, e le ha messo una nota. Ma non siamo dei dittatori, la nostra è una scuola normale». Una scuola dove esistono regole per l’abbigliamento e il decoro, in effetti: capelli e vestiti devono essere sempre in ordine e i ragazzi, dal terzo anno in poi, devono indossare la cravatta. «Ma non c’è niente di strano- spiega Talini- si tratta di regole normalissime per un istituto alberghiero: i nostri ragazzi frequentano la sala e la cucina fin dal primo anno, e dal terzo in poi fanno stage in alberghi e ristoranti. E’ giusto insegnare loro a presentarsi bene. Mi ha dato molto fastidio che su Facebook siamo diventati una scuola orribile, con chissà quali costrizioni. C’è un regolamento, che prevede un abbigliamento dignitoso: e cerchiamo di farlo rispettare, ma senza eccessi: camminando nei nostri corridoi ci si rende conto che la nostra è una scuola come tante altre».