Nihil sub sole novum

di Cosimo De Nitto, Fuoriregistro 26.2.2014

«I soldi - ha detto il Ministro Giannini - sono necessari per la scuola pubblica e quella paritetica, che non lascerò indietro, ma il modello scatti d'anzianità va rivisitato con coraggio. Gli automatismi di stipendio sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato», ha sottolineato proponendo «premi a chi si impegna, chi si aggiorna, chi studia». E poi «valutazione e autonomia delle scuole, sul serio. Le scuole devono diventare università: gestire, scegliere».

Non mi dite che questo sarà il nuovo di cui parla Renzi e i suoi ministri. Noooo, vi prego!

Risorse

1) promessa di "soldi" (espressione popolare non da glottologa per intendere "risorse") alla scuola con particolare riferimento alla "paritetica", che non è sinonimo di "peripatetica", ma di "privata". Dove sarebbe la novità? E' in perfetta linea di continuità con Gelmini-Profumo-Carrozza, per citare solo gli ultimi, il che equivale a PD e PDL. Non dice da dove prenderà i "soldi", il che lascia supporre che sarà un'altra partita di giro. Con una mano toglierà, soprattutto alla scuola pubblica, dall'altra darà, soprattutto alla scuola privata.
 

Anzianità

2) il "modello scatti di anzianità". Modello? Gli scatti di anzianità sono una componente della retribuzione, tutt'al più un parametro, un elemento comunque, non un modello. Ma che lingua parla la glottologa?)
 

Automatismi

3) Gli "automatismi di stipendio sono il frutto di un mancato coraggio politico del passato". Ha ragione qui la ministra. Infatti nel passato, ma anche nel presente, la classe dirigente non ha mai avuto il "coraggio" di rinnovare puntualmente i contratti, in un Paese in cui un insegnante guadagna mediamente 1.200-1.300 euro al mese, uno stipendio che si colloca al penultimo posto in Europa. Non ha avuto il "coraggio" di assicurare retribuzioni dignitose da paese civile e pertanto come contentino ha dovuto riconoscere un miserabile "automatismo" che proteggesse in parte il livello delle retribuzioni. A parte il fatto che in tutta Europa l'anzianità è riconosciuta come componente che contribuisce alla valorizzazione della professionalità, ed è riconosciuta. Ma l'Europa la si tira in ballo solo se c'è da togliere-tagliare-peggiorare i diritti e le condizioni di vita e di lavoro delle persone.
 

Premi

4) premiare "chi si impegna, chi si aggiorna, chi studia". Come se "impegnarsi" (lavorare), "aggiornarsi", "studiare" fossero elementi extra, in più, aggiuntivi e perciò da premiare. Impegnarsi-aggiornarsi-studiare è un elemento costitutivo e fondativo della professione docente, di tutti i docenti. Non può presupporsi una normalità costituita da docenti che non si "impegnano", non "si aggiornano", non "studiano" (se non facessero questo semplicemente non sarebbero docenti) e premiare chi invece lo fa. Lo fanno tutti i docenti volenti o nolenti. Per chi eventualmente non lo facesse non mancano certo gli strumenti per sanzionare. Gli strumenti per garantire che gli insegnanti lavorino/si aggiornino/studino non mancano: CNL, CODICE DISCIPLINARE PERSONALE DOCENTE, e tutto il dibattito sul Codice deontologico personale scuola a cui hanno dato vita associazioni professionali, sindacati, CNPI che può essere definito e delegificato. La dichiarazione della neo-ministra è uno slogan, uno spot, un manifesto elettorale rivolto alla parte dalla quale vuole il consenso e che non è difficile da individuare.
 

Valutazione e autonomia

5) "valutazione e autonomia delle scuole, sul serio. Le scuole devono diventare università: gestire, scegliere". Altro spot, "sul serio". Cosa vuol dire la neo-ministra con l'espressione "sul serio"? Che finora sono state solo pagliacciate? Fa venire in mente il titolo del programma di Renzi sulla scuola nelle primarie del PD del 2012 "Una scuola dove si impara davvero". Siamo all'annuncio dell'ovvio come programma.
"Valutazione e autonomia" sono parole-mantra usate per dire tutto e il contrario di tutto. La loro polisemia è ormai insopportabile perché non c'è quel "serio" confronto, quel negoziato di contenuti, quella mediazione necessari per ricondurli a significati condivisi. Un solo esempio per tutti: "valutazione" per alcuni è sinonimo di "misurazione", "controllo", premi e punizioni; per altri è sinonimo di consapevolezza, comprensione e monitoraggio dei processi, individuazione dei punti di forza e dei punti di debolezza, indicazione delle strade per un possibile miglioramento, motivazione e automotivazione. L'inconciliabilità di queste concezioni, la cui valenza politica non può sfuggire a nessuno, fa sì che il termine valutazione, se non è accompagnato da specificazioni e attributi connotativi, resta in uno stato di ambiguità polisemica e contraddittoria. Lo stesso discorso vale per il termine "autonomia".

Siccome la neo-ministra non è venuta da Marte, è la segretaria di un partito e le sue idee e programmi politici li conoscono tutti, possiamo tranquillamente affermare che il significato che lei dà alle parole "valutazione" e "autonomia" è il significato di una "parte" politica. Ma lei ora rappresenta "tutto" il popolo italiano, compresa quella "parte" che per "valutazione" e "autonomia" intende tutt'altre cose. Anche nel governo non c'è solo Scelta Civica. A meno che Renzi, il PD e gli altri partiti non abbiano sposato e delegato in toto SC e la sua segretaria (che resta tale anche dopo la nomina di ministro, come d'altronde anche Renzi) ad attuare la sua idea di scuola.

Se nel PD c'è qualcuno che non è d'accordo con le idee e i programmi della neo ministra Giannini, batta un colpo adesso, parli, o taccia per sempre.