Pensioni vecchiaia, anzianità Governo Letta:
nuove elezioni 2014 o Renzi premier per modifiche reali

Precoci, esodati, Quota 96: nuove speranze se nasce nuovo governo Renzi? Le ipotesi allo studio e quali potrebbero essere le modifiche reali alle pensioni con rimpasto esecutivo

di Marianna Quatraro, Business on line 8.2.2014

Cresce il pressing su Matteo Renzi perchè prenda la guida del governo al posto di Enrico Letta: l’auspicio di molti è, dunque, un governo Renzi che arrivi fino al 2018. Ma Renzi dice: “Non è un tema che ho posto all’ordine del giorno dei miei programmi, anche perché vorrei il voto degli italiani. In realtà è una questione che viene alimentata soprattutto da alcuni alleati e dalla minoranza del mio partito”.

E c’è già chi parla di ‘Era Renzi’. Bisognerà forse aspettare quel momento per vedere qualche cambiamento reale nel mondo delle pensioni che chiedono da tempo interventi. Mentre è stato rinviato alla prossima settimana l’esame da parte della Commissione Bilancio presieduta dall’Onorevole Boccia del disegno legge Ghizzoni-Marzana, già approvato in Commissione Istruzione della Camera, sui pensionandi di Quota 96, si fa sempre più allarmante la questione esodati, e necessitano di modifiche anche i lavoratori precoci e usuranti, per cui è allo studio la possibilità di uscita anticipata dal lavoro, a fronte, però, di penalizzazioni.

Se il nuovo disegno legge elaborato dagli Onorevoli Ghizzoni del Pd e Marzana del M5S prevede per il comparto scuola il ripristino delle precedenti requisiti pensionistici in vigore prima della riforma Fornero, estendendo il prepensionamento a tutti i lavoratori del comparto scuola che abbiano raggiunto i requisiti, entro l’anno scolastico 2011-2012, pre-vigenti alla riforma Fornero, al momento in discussione, per permettere un’uscita anticipata di anzianità dal lavoro, c’è l’ipotesi del prestito pensionistico del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini.

Questo sistema è una sorta di prepensionamento al quale possono accedere in maniera volontaria tutti i lavoratori del privato o coloro che sono in attesa di occupazione che hanno compiuto 62 anni. Chi accederà al prestito pensionistico riceverà un vitalizio mensile pari a quello maturato con i contributi versati ma decurtato dal 10 al 15% e, una volta maturati i requisiti pensionistici richiesti dalle attuali norme, dovrà poi restituire il prestito pensionistico versando nelle casse dell’Inps l’importo con una ritenuta sulla pensione mensile del 10%. Questo meccanismo potrebbe rappresentare per i lavoratori precoci e gli esodati un’alternativa per uscire prima dal lavoro senza dover aspettare i 66 anni, soglia fissata dalla legge Fornero per andare in pensione.