Gli esami non finiscono mai. La scuola invece sì

 di Lorenzo Salvia, Corriere Viale Trastevere 15.2.2014

Visto che gli esami non finiscono mai non ci resta che andare a scuola per tutta la vita. E invece l’Italia è indietro anche nella cosiddetta formazione continua, i corsi per chi ha superato i 25 anni e magari lavora già oppure ha perso il posto e ne sta cercando un altro.

Dall’ultimo rapporto sulla formazione continua trasmesso al Parlamento dal ministro del Lavoro Enrico Giovannini, viene fuori che nel 2012 soltanto il 6,6% degli italiani fra i 25 ed i 64 anni ha partecipato ad un corso di formazione o istruzione. E’ vero che rispetto all’anno precedente il dato è salito di quasi un punto (era il 5,7%). Ma è anche vero che restiamo lontani dalla media europea (13%) e lontanissimi dai  primi della classifica, i soliti Paesi del Nord che con Danimarca e Scandinavia si aggirano intorno al 30%.

Classifiche a parte, resta la vera domanda: questi corsi servono a qualcosa oppure, con la recessione che gira, l’unico impiego che creano è quello per i docenti? Se fatto bene il lifelong learning, come dicono gli inglesi, è fondamentale proprio per quei processi di riconversione utili per uscire dalla crisi. Il Regno Unito dieci anni fa ha lanciato il suo programma Skills for life, proprio per la formazione degli adulti. E forse anche per questo oggi Londra brucia infinitamente meno di Roma. Ma il problema del “tanto per fare qualcosa” esiste. Lo stesso rapporto del ministero del Lavoro sottolinea con preoccupazione il fenomeno dei “formati seriali”. Chi sono? “Persone, specie donne, che continuano a frequentare corsi di formazione reiterando spesso errori per mancanza di un vero orientamento professionale”. Bene aver recuperato qualcosa in classifica, dunque. Ma dipende anche da cosa c’è dietro quel punto in più.