Da chi sarà guidato il Ministero dell'istruzione? di Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 14.2.2014 Di che area politica sarà il nuovo responsabile del Miur del nascituro Governo Renzi? Non è tanto il nome di chi ricoprirà l’incarico di Ministro dell’istruzione ad interessare, ma piuttosto preme capire, a quale area politica apparterrà.
Non tanto per questioni pregiudiziali, ma piuttosto per l’ostilità, dimostrata in questi ultimi tempi dal partito di Mario Monti nei confronti degli insegnanti e della scuola pubblica. In più di una circostanza gli esponenti di Scelta Civica hanno dichiarato ostilità agli insegnati, come avvenne nel caso del loro leader Monti, alla trasmissione “Che tempo che fa” nel novembre 2012. In quella occasione Monti affermò: “In alcune sfere del personale della scuola c'è grande conservatorismo e indisponibilità a fare anche due ore in più alla settimana, che avrebbero permesso di aumentare la produttività. Gli studenti fanno bene a manifestare il loro dissenso, ma i corporativismi spesso usano i giovani per perpetuarsi”. Recentemente anche Ilaria Capua, vicepresidente della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera, ha dimostrato grande ostilità contro gli insegnanti, sostenendo che “Il corpo docente è profondamente sottoutilizzato. Perché i professori lavorano 18 ore a settimana e hanno un giorno libero: questo oggigiorno non lo può fare nessun lavoratore. Occorre utilizzare gli insegnanti facendoli lavorare qualche ora in più a settimana”. Cosa dire invece delle memorabili tesi di Pietro Ichino sugli insegnanti, condivise pienamente da Matteo Renzi? Il senatore Pietro Ichino, pieno di originalità e coraggio, porterebbe avanti il modello della flexsecurity applicato anche ai singoli insegnanti per migliorare la qualità dell'insegnamento dove emergono punti di criticità. Tutte queste tesi sono condivise e in alcuni casi suffragate da tutti gli esponenti di Scelta Civica, ma siamo convinti che andranno inevitabilmente a scontrarsi con i temi dei diritti contrattuali e dei bisogni specifici della categoria docente. Se il nuovo Ministro dell’istruzione partirà con l’idea pregiudiziale, che i docenti delle scuole secondarie lavorano soltanto 18 ore settimanali e sono dei privilegiati, conservatori e una casta corporativa protetta dai sindacati e magari ultra pagati, lo scontro sarà durissimo e il Governo Renzi è destinato a naufragare prima di iniziare. |