Renzi: L'insegnante sia un mestiere Tuttoscuola, 29.12.2014 Tra i temi toccati dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in occasione della tradizionale conferenza stampa di fine anno nella nuova aula dei Gruppi parlamentari di Montecitorio, non è mancata la scuola. Su di essa, il premier ha dichiarato, invocando un’insolita lentezza: "Abbiamo detto – ha spiegato Renzi -: 'Ascoltiamo i cittadini'. Abbiamo 136 pagine di discussione pubblica. Sulla scuola non voglio essere veloce. Voglio che tutti lo interpretino come un tema vicino. Indecoroso per un precario fare il precario a vita. Ma nell'assumerli abbiamo detto: 'Introduciamo criteri di valutazione'. Abbiamo fatto partire un confronto con docenti, alunni e famiglie". Il premier ha poi raccontato un episodio personale: "Il percorso sulla scuola va fatto coinvolgendo e confrontandosi. Ho incontrato un ragazzo, Federico Bindi. Ci ha detto: 'A me il progetto non piace perché fintanto che voi non renderete il mestiere di insegnante un mestiere da sognare, vuol dire che avrete fallito'. Mi ha colpito". Contiguo al tema della scuola, è anche quello relativo alla polemica sull’estendibilità del Jobs Act ai dipendenti statali. Renzi ha chiarito: "In Consiglio dei ministri ho proposto io di togliere la norma" sui dipendenti pubblici "perché non aveva senso inserirla in un provvedimento che parla di altro. Il Jobs act non si occupa di disciplinare i rapporti del pubblico impiego. Le regole del lavoro pubblico le riprenderemo nel ddl Madia. La mia idea è che chi sbaglia nel Pubblico paghi. Per chi non lavora bene perché non è messo in condizione di farlo, la responsabilità va attribuita ai dirigenti. Ma per i cosiddetti fannulloni va messa la condizione di mandarli a casa. Ma questo argomento prenderà corpo a febbraio o marzo". |