Non c’è nessuna buona scuola, senza soldi Tra riforme e crisi, l'istruzione ha sempre meno risorse. Una rotta che va invertita Nicola Salerno, Linkiesta 19.12.2014 Se il Job Act si trova a intervenire su un quadro occupazionale critico e, in alcuni casi (per i giovani, per il Mezzogiorno) drammatico, non più facile è il compito dell’agenda della Buona Scuola. I dati del Dipartimento Politiche dello Sviluppo (Conti pubblici per funzioni) permettono di costruire il quadro delle risorse dedicate all’istruzione scolastica (dalla pre infanzia sino all’ultimo anno delle medie superiori) dal 1996 al 2012. Le risorse considerate sono quelle complessive, a carico di Stato, Regioni, Province e Comuni. I tre grafici seguenti mostrano l’andamento nel tempo della spesa pubblica per istruzione scolastica con lo spaccato tra corrente e capitale. È posto pari all’unità il valore del 1996. La linea continua si riferisce ai valori nominali, mentre la linea punteggiata ai valori reali (a parità di potere di acquisto del 1996). Si notano tre fatti stilizzati importanti:
Andamento della spesa pubblica per l'istruzione (1996-2012) Gli altri tre grafici, invece, replicano lo stesso confronto, invece che sulla spesa assoluta, sulla spesa per residente tra i 0 e i 19 anni, le fasce di età a cui l’istruzione scolastica si rivolge (tutti i potenziali fruitori). Anche in questo caso, si notano tre fatti stilizzati importanti:
Spesa per l'istruzione pro-capite (per fascia d'età 19-30) Per fare buona la scuola servono risorse. Questo è il messaggio lampante che emerge dai dati. Attenzione: si tratta delle fondamenta del capitale umano e dei cittadini di domani. |