Molte conferme, un paio di vittorie, qualche nodo lasciato aperto. Il maxi emendamento che alla fine accorpa tutte le richieste piovute dal mondo della scuola sulla legge di Stabilità al Senato viene approvato a notte fonda tra venerdì e sabato. E riporta a casa i 10 milioni per l’Istituto nazionale di valutazione, acquisisce lo sblocco del patto di stabilità per le Province impegnate nella ristrutturazione degli istituti superiori, trova una soluzione di mediazione per l’assunzione dei ricercatori, e introduce una bella novità: le detrazioni fiscali per le mamme lavoratrici che mandano i propri figli all’asilo nido. Ma vediamo quali sono i punti principali stabiliti nel testo finale approvato a palazzo Madama.
Invalsi, Afam e Agenzia spaziale
Resta intatto il cuore principale delle risorse finanziate per la scuola, ovvero il miliardo che dovrà essere utilizzato dal governo per la stabilizzazione di 150 mila precari, per l’alternanza scuola lavoro, per la formazione di dirigenti e docenti. L’Invalsi riconquista i 10 milioni per l’assunzione dei precari: salvi i posti, ma soprattutto i test per la valutazione degli studenti e il sistema di autovalutazione, che rischiavano seriamente di saltare. «Questa è una buona notizia per il Sistema Nazionale di Valutazione e quindi per il nostro sistema educativo – commenta la Presidente Annamaria Ajello –. Auspichiamo che in futuro si possa passare da
una gestione emergenziale a politiche strutturali, dotate di continuità, nell’ambito della valutazione». Salvati pure, dopo essere stati stroncati dalla commissione Bilancio alla Camera, i sei milioni per l’AFAM, l’alta formazione artistica e musicale. E in Stabilità restano fermi anche i 90 milioni in tre anni per l’Agenzia spaziale italiana e i 30 milioni per il prossimo triennio per l’istituto di Astrofisica.
Province (e scuole superiori)
Incassano un risultato positivo pure le scuole superiori, gestite dalle Province, che restavano in gran parte escluse dalle facilitazioni previste per i Comuni: come chiesto in prima battuta alla Camera dall’on.Maria Coscia, anche le Province potranno essere esentate dai vincoli di spesa previsti dal patto di stabilità Ue per l’edilizia scolastica. Una mossa che promette di facilitare la manutenzione di 5.384 mila istituti superiori sparsi in tutta Italia che raccolgono 2,6 milioni di studenti e che soprattutto sventa una rivolta da parte degli enti locali, pronti a smobilizzare risorse per almeno 500 milioni anche senza il «consenso» dello Stato.
Il nodo ricercatori
Dopo la lettera al presidente della Repubblica di un ricercatore costretto a trasferirsi all’estero per poter lavorare, la questione era esplosa e passata, da vicenda interna al mondo accademico, ad argomento di pubblica discussione. Alla fine è stata trovata una posizione di compromesso: con i 5 milioni stanziati dalla Legge di stabilità, viene modificata la norma che dava spazio ai ricercatori più «precari» (tipo A) rispetto a quelli più «stabilizzati» (tipo B): ogni ateneo con i conti in ordine potrà assumere, per ogni professore ordinario, sia un ricercatore di tipo A che di tipo B, ma in particolare nei prossimi tre anni (dal 2015 al 2018) dovrà
assumere almeno la metà di ricercatori di tipo B, cioè ricercatori il cui percorso professionale è incanalato verso la stabilizzazione. «Un’operazione più strategica che di lungo respiro –commenta perplessa l’on. Manuela Ghizzoni, presidente della commissione cultura alla Camera –. Quello che andrebbe fatto davvero è un piano straordinario di assunzioni nelle università e uno sblocco del turn over in modo che gli atenei possano davvero rinnovarsi». Soddisfatto invece il presidente della conferenza dei rettori, Stefano Paleari: «Così si tutelano le esigenze dei bravi ricercatori, sia quelli ancora fuori dalle università che quelli che sono già dentro e possono crescere».
Commissari di maturità
Per quest’anno la maturità resta così com’è, ovvero con una commissione di membri esterni: confermato il «passo indietro» del ministro Stefania Giannini, che dopo aver proposto la modifica in termini di spending review per la Stabilità è stata costretta a ritirarla sotto il peso delle pressioni del mondo scolastico. Anche se nel maxiemendamento compare un articolo che parla di stabilire per decreto «i nuovi criteri per la definizione della composizione delle commissioni d’esame delle scuole secondarie di secondo grado», si tratta più di una norma –fortemente voluta da Forza Italia – per mettere in sicurezza le retribuzioni dei commissari che di una fessura per
far rientrare l’ipotesi dei commissari tutti interni: un’ipotesi che probabilmente tornerà in campo, ma con altri modi e altri tempi, soprattutto visto che da essa dovevano derivare 140 milioni di risparmi messi sul piatto dal Miur nell’ottica della spending review richiesta dal governo a tutti i ministeri.