Fondazione Agnelli: puntare sulla carriera dei prof Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 20.12.2014
Una soluzione sbagliata per un principio giusto: premiare il merito degli insegnanti. In un Paese dove conta unicamente l’anzianità di servizio il principio cozza con la soluzione. Lo sostiene Andrea Gavosto, direttore Fondazione Giovanni Agnelli sul Corriere della Sera Chi ha i numeri e si impegna può e deve aspirare a crescere non solo come retribuzione, ma anche come responsabilità, per cui l’articolazione di una carriera dei docenti ha, fra gli altri, il pregio di rendere la professione dell’insegnamento più attraente per giovani laureati di valore e, in generale, portare nella scuola persone desiderose di mettersi alla prova, mentre oggi la scuola rischia di attirare chi aspira prevalentemente al posto fisso. I passaggi di carriera, accompagnati da un consistente aumento retributivo, devono riflettere non solo le capacità didattiche dei docenti, ma soprattutto la loro disponibilità a fornire un contributo significativo – di impegno e di tempo – a gestire con competenza le tante questioni organizzative da cui dipende il buon funzionamento di un istituto. In questo modo, a differenza della proposta della Buona Scuola, si tende a creare in ciascuna scuola un nucleo stabile di persone capaci e motivate. Idealmente, i passaggi di carriera andrebbero regolati da concorsi, sulla base di criteri nazionali uguali per tutti e con un limite numerico ai promossi: per accedere ai gradi superiori, il docente presenterà un proprio articolato portfolio professionale, in cui avrà un peso rilevante al giudizio dei presidi che l’hanno osservato all’opera nella propria scuola, e dovrà dimostrare le sue qualità didattiche e organizzative. Dare una seria prospettiva di carriera ai docenti è, sottolinea il direttore della Fondazione Agnelli, il modo più robusto e stabile per premiarne il merito. |