La patologia del precariato. Di chi la responsabilità?

 TuttoscuolaNews, n. 660 1.12.2014

Tra i primi commenti seguiti alla sentenza della Corte europea sui precari, il ministro Giannini aveva parlato di situazione patologica della scuola: “io l'ho definito una piaga e una patologia tutta italiana che nel ripensare la sfida educativa del Paese non poteva essere trascurata”.

Le aveva fatto eco l’on. Milena Santerini che, a sua volta, aveva affermato: “Si spera di cominciare a chiudere in questo modo una pagina ingloriosa della storia repubblicana che ha provocato conflitti sociali e ha danneggiato anzitutto la scuola”.

Piaga, patologia italiana, pagina ingloriosa della nostra storia repubblicana. Tutti d’accordo, ma perché si è arrivati a tanto? Perché è stato necessario un intervento esterno per indurre il nostro Paese a voltar pagina?

Ci sono state nel tempo molte responsabilità, a cominciare da quelle governative dei vari ministri che si sono succeduti a capo del Ministero dell’economia negli ultimi dieci-quindici anni e che hanno imposto la linea di risparmio al Miur.

Ma non sono esenti da responsabilità anche il Parlamento, il Miur e i sindacati di settore.

Per anni i concorsi per l’assunzione di personale hanno avuto un andamento irregolare con cadenza media triennale o quasi. Poi nel 1999 con la legge 124 i concorsi, strada maestra per le assunzioni del personale (come ha confermato la stessa sentenza della Corte), sono stati congelati di fatto grazie a questa norma: “Le graduatorie relative ai concorsi per titoli ed esami restano valide fino all'entrata in vigore della graduatoria relativa al concorso successivo corrispondente”. Una norma che si è rivelata imprudente e compiacente.

I sindacati della scuola, che avevano salutato con favore la norma di congelamento dei concorsi, negli anni successivi si sono ben guardati dal sollecitare il ritorno ai concorsi. E dal Mef si sono ben guardati dal ritornare alla strada maestra del concorso (la cui gestione ha costi non minimi), alimentando in questo il precariato. E a viale Trastevere i vertici politici e amministrativi hanno scelto di assecondare le posizioni sindacali. Dopo oltre dodici anni di non concorsi, è stata necessaria la decisione del ministro Profumo di ritornare alla normalità del concorso. Ma i guai c’erano già stati.