Perché la scuola non funziona più

 Stefano Scivola,  Black school 2.0   23.12.2014

“L'ovvio è quello che non si vede mai finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità. “

(Kahlil Gibran)

 

La scuola non funziona più perché non funziona più la società e quando si cercano i colpevoli di questo mal funzionamento, quando si cercano i capri espiatori[1], si scatena una guerra “tra poveri”, insomma, i mali non finiscono mai, tuttalpiù se ne aggiungono.

Dove c’è tensione non ci può essere terreno fertile per l’apprendimento, quindi non si possono cambiare le regole, gli insegnanti ed anche gli edifici perché il vero problema di fondo permane.

Il passo successivo per comprendere (o meglio per cominciare a riflettere) il mondo (e quindi la scuola) in cui viviamo ce la può offrire Zygmunt bauman nel suo libro  “Modus vivendi: inferno e utopia del mondo liquido.

“In un pianeta globalizzato negativamente[2] è impossibile ottenere la sicurezza, e tanto meno garantirla, all’interno di un solo paese o di un gruppo scelto di paesi: non con i loro mezzi soltanto, e non a prescindere da quanto accade nel resto del mondo.

E neanche la giustizia, condizione preliminare di una pace duratura, può essere raggiunta, ne tanto meno garantita, all’interno di un solo paese. L’”apertura” perversa delle società imposta dalla globalizzazione negativa è essa stessa causa prima di ingiustizia e quindi, per vie trasverse, di conflitti e di violenza. Come di ce Arundhati Roy[3], “quando le élites, da qualche parte al vertice del mondo, portano avanti il loro viaggio verso destinazioni fantastiche, i poveri finiscono intrappolati in una spirale di crimine e di caos”. Le azioni del governo degli Stati Uniti, dice Roy, insieme ai suoi vari satelliti, malamente camuffati da “istituzioni internazionali”, come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e l’Organizzazione mondiale per il commercio, hanno portato, come “pericolosi sottoprodotti”, “nazionalismo, fanatismo religioso, fascismo e ovviamente, terrorismo, che progredisce di pari passo con la globalizzazione liberista”."

Ora ditemi voi, se così fosse (e molto probabilmente lo è), che cosa c’entrano i genitori, gli insegnanti, i presidi in tutto questo marasma? Ecco che allora si cercano i capri espiatori e si fanno finte riforme della scuola in una società sconvolta da grossi cambiamenti, ma se la società, questo tipo di società non funziona più, di conseguenza non può funzionare nemmeno più la scuola di cui fa parte, anzi di cui ne è le fondamenta, a meno che non si estranei dal contesto e diventi falsa e pretenziosa, ma a questo punto tradisce il suo scopo originale, formare i nuovi cittadini (se questo era il suo scopo originale). Purtroppo la realtà prima o poi ci si parerà dinanzi e pretenderà il suo prezzo. Dove è finita la la lungimiranza di quelle poche persone che ci hanno illuminato la via nei momenti più bui della nostra storia? La risposta in parte la si può trovare nella sconfitta e nello sfacelo della mediocrità della politica attuale nazionale, europea e mondiale, anzi scusate "globalizzata" e noi che facciamo? Invecchiamo, siamo sempre più disoccupati e ci disinteressiamo della politica: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/23/istat-italiani-vecchi-disoccupati-meno-interessati-politica/1293849/


 

Buon Natale

Stefano