Legge di stabilità: le norme sulla scuola non cambiano

Reginaldo Palermo,  La Tecnica della Scuola 11.12.2014

Le norme sulla scuola contenute nella legge di stabilità rimangono quelle approvate dalla Camera: ordini dei giorno e raccomandazioni al Governo non serviranno a nulla. Né ci sono emendamenti presentati dalla maggioranza.

A meno di 48 ore dalla conclusione dell'esame della legge di stabilità da parte delle Commissioni del Senato, il destino delle disposizioni riguardanti la scuola sembra ormai segnato.

Nonostante le voci e gli annunci di qualche parrlamentare (per lo più di opposizione) gli articoli sulla scuola non dovrebbero cambiare neppure di una virgola. D'altra parte il Governo è già troppo impegnato su altri fronti per stare appresso alle minuzie.

Tutt'al più è possibile che su qualche questione si approvino ordini del giorno o "raccomandazioni" al Governo: ma è bene chiarire che simili atti hanno lo stesso valore dell'acqua tiepida, nell'immediato non servono assolutamente a nulla e possono semmai essere chiamati in causa quando l'argomento dovesse essere riesaminato in altra circostanza.

Dato quindi per scontato che i tagli già programmati e approvati dalla Camera (2.020 posti Ata in meno, restrizioni sulla nomina di supplenti, abolizione degli esoneri per i vicepresidi e altro ancora) resteranno per intero, c'è da chiedersi a quale soluzione il Governo stia pensando per dare concretamente avvio al piano di assunzioni e alla realizzazione dell'organico funzionale (proprio pocche ore fa la senatrice del PD Francesca Puglisi, giusto per rendere più complicata la vicenda, intervenendo in Commissione Cultura, ha annunciato che l'organico funzionale riguarderà anche il personale Ata.