Disabili, perché alle superiori Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 3.12.2014
È la metafora scelta da una mamma per rappresentare i problemi che rendono dura la vita a chi è segnato dall’handicap: grazie alla psicologa assistente all'autonomia e comunicazione, al corpo docente e al sostegno dell'assistente a casa, agli ausili didattici e informatici, il figlio ha conseguito la licenza media con 10 e lode. Ora, una cattiva organizzazione provinciale gli nega l'assistenza specialistica di personale qualificato alle superiori. L’esperienza verrà portata alla 'Giornata internazionale delle persone con disabilità", in programma il 3 dicembre a palazzo Chigi.
Il testo è contenuto in una lunga lettera che la donna consegnerà il 3 dicembre ai ministri che parteciperanno alla 'Giornata internazionale delle persone con disabilità", in programma nella mattinata a palazzo Chigi. All’evento ci sarà anche il figlio della signora Dagnese, Niccolò, un ragazzo disabile con difficoltà motorie, invitato in qualità di testimone per le buone prassi a scuola. La scuola secondaria di primo grado "Giuseppe Pavoncelli" di Cerignola (Foggia) a cui è iscritto il giovane, si è resa protagonista attiva nell'offrire una opportunità di crescita e formazione e nel non considerare mai Niccolò una persona diversa dagli altri. Per Niccolò si è reso necessario un percorso didattico cucito su misura per lui dalla sua psicologa assistente all'autonomia e comunicazione, dalla sua insegnante di sostegno e da tutto il corpo docente e dal sostegno dell'assistente a casa: così grazie al supporto di ausili didattici e informatici che gli hanno permesso di studiare come gli altri, senza diversità di trattamento nel sostenere le prove di verifica e le interrogazioni, ma principalmente grazie allo spirito e scambio Niccolò nel suo percorso scolastico, è riuscito a conseguire la licenza media inferiore con 10 e lode. "Ma ora - scrive la signora - la mia famiglia e quella di tanti altri ragazzi con disabilità ci troviamo a subire le lungaggini burocratiche e conseguentemente i problemi che ne derivano a causa di una cattiva organizzazione provinciale" che non ha consentito finora l'assistenza specialistica di personale qualificato all'interno delle scuole superiori. "Le ragioni di tale ritardo addotte ad esempio dalla stessa Provincia di Foggia, ma anche dalle altre Province, ricadono sulla difficoltà a reperire i fondi per tale assistenza, ledendo così - conclude la mamma di Niccolò - il diritto allo studio dei nostri ragazzi". |