Il diritto allo studio non è per tutti. Quest’anno sono oltre 46mila gli studenti che hanno diritto a una borsa di studio e rischiano di trovarsi con un pugno di mosche. Giudicati «idonei» secondo i requisiti di legge (soprattutto in base al reddito), ma non vincitori dell’assegno (fino a 5mila euro per i fuori sede) perché non ci sono fondi sufficienti. Il ministero dell’Istruzione con un decreto che ha incassato il sì dalla Stato Regioni ha infatti appena messo sul piatto 162 milioni per le borse di studio del 2014. Ma gli studenti che ne beneficeranno - in base alle risorse complessive - saranno 133.117 su 179.284 che ne avrebbero diritto. Oltre ai fondi non sufficienti pesa anche l’effetto crisi: «In molte Regioni sono aumentate anche del 20% le richieste per farsi concedere un aiuto per continuare gli studi», avverte Emmanuele Bobbio che coordina gli
assessori all’Istruzione.
Il decreto con le risorse per il 2014
Il Dpcm che stanzia le risorse statali per il cosiddetto «Fondo di intervento integrativo» - per l’esattezza 162,666 milioni - e li divide tra le Regioni ha avuto il via libera nei giorni scorsi. Fondi, questi, che uniti a quelli regionali e ai contribuiti in arrivo dalla tasse universitarie puntano a garantire un aiuto economico agli studenti bisognosi e meritevoli (bisogna essere in regola con gli esami): in tutto per quest’anno ci sono poco meno di 400 milioni . Risorse sufficienti? È la stessa relazione al decreto a mettere il dito nella piaga: «Si evidenzia che gli studenti risultati idonei, che per indisponibilità di risorse non ottengono i benefici, sono ancora in numero elevato». Per l’esattezza su 179.284 idonei i beneficiari reali delle borse sono - in base alle disponibilità - 133.117: si tratta di «una percentuale di soddisfazione - avverte ancora il
decreto - pari al 74,25%». Un dato in allarmante aumento rispetto all’anno accademico precedente quando questa percentuale era stata del 79,75% e gli studenti esclusi dai benefici erano stati “soltanto” poco più di 30mila. Oggi invece potrebbero schizzare alla cifra di 46.167 gli studenti meritevoli, ma senza borsa. A complicare le cose quest’anno c’è anche il fatto che i fondi per il diritto allo studio - come prevede il decreto Sblocca Italia da poco varato - rientrano per la prima volta nel patto di stabilità interno. Cosa che potrebbe mettere a rischio parte di queste risorse soprattutto nelle Regioni con i conti più traballanti. Sembra invece definitivamente tramontato il rischio ancora più forte di perdere buona parte dei fondi a causa di alcuni tagli lineari previsti sempre dallo Sblocca Italia , ma coperti poi con l’utilizzo dei fondi Fas con la
benedizione del Governo.
La crisi si fa sentire
«Solo nella mia Regione le richieste di borse di studio nell’ultimo anno sono aumentate del 26%, ma confrontandomi anche con gli altri assessori ho registrato che diverse Regioni hanno avuto aumenti di questo genere», spiega l’assessore toscano Emmanuele Bobbio che coordina il tavolo degli assessori all’Istruzione. «Pesa sicuramente la crisi - aggiunge - ma in Toscana come in diverse altre Regioni si farà uno sforzo in più per garantire il 100% delle richieste. Certo questo è un segnale di disagio di cui anche il Governo deve farsi carico». Le risorse per quest’anno sono già arrivate alle Regioni per il 50%, ma una nuova tranche del 30% è attesa per gennaio. «Speriamo che arrivi in tempo perché siamo a corto di liquidità», aggiunge Bobbio. «L Italia è l'unico paese europeo a presentare la vergogna degli idonei non beneficiari, un 20% di studenti capaci e privi
di mezzi che non ricevono una borsa di studio, cui avrebbero diritto, per mancanza di fondi», avverte Gianluca Scuccimarra dell’Unione universitari . «L’aver messo il Fondo integrativo statale sotto patto di stabilità interno per il 2014 è stato un altro grave errore - continua - perché alcune Regioni rischiano di non riuscire a mettere sotto patto, e quindi utilizzare, la loro quota di fondo, mettendo a rischio altre migliaia di borse». Scuccimarra ricorda che il diritto allo studio è sancito dalla Costituzione e «non può essere schiacciato da uno scaricabarile tra stato e regione sui tagli: pretendiamo - conclude - un impegno da parte di entrambi per garantire la copertura totale delle borse di studio, ad oggi a buona parte pagate dagli studenti stessi con le loro tasse regionali».