Sostegno: le non compensazioni che frenano
lo sviluppo dell’integrazione dei disabili

 Tuttoscuola, 9.12.2014

La legge finanziaria 2008 ha previsto, inutilmente, che il rapporto medio nazionale di un docente di sostegno ogni due alunni disabili si realizzi - probabilmente in modo graduale - mediante compensazioni tra province diverse. La legge non prevede che il rapporto disabili/sostegno sia uguale in tutti i territori, ma dispone che vi siano opportune compensazioni tra province.

Non ci aspettava che la forbice esistente nel 2008 tra chi aveva il rapporto più favorevole (Basilicata 1,62) e chi aveva quello più sfavorevole (Abruzzo 2,66) si riducesse d’un colpo, ma era logico attendersi che il divario tra gli estremi andasse gradualmente diminuendo. Come? Privilegiando nell’assegnazione di nuovi posti di sostegno i territori con più elevato rapporto e centellinandoli dove il rapporto è già molto basso.

L’operazione compensazione in questi anni è avvenuta più o meno a metà: le regioni con un rapporto più sfavorevole hanno avuto un po’ di posti di sostegno in più, ma le altre hanno mantenuto e aumentato i posti che già avevano.

In questo modo il rapporto medio nazionale è stato addirittura abbassato sotto il valore di due a uno (l’anno scorso 1,90, quest’anno 1,85), ma il Sud e le Isole, con l’eccezione dell’Abruzzo, sono tutte sotto il rapporto medio nazionale. Hanno, insomma, più posti di sostegno delle altre regioni in rapporto al numero di disabili inseriti: Molise 1,38, Calabria 1,49, Campania 1,56, Puglia 1,63, Basilicata 1,65, Sicilia 1,70 e Sardegna 1,73. Sempre i soliti. Strano, no?

Per un rapporto medio nazionale attestato intorno all’1,85, l’Abruzzo, unica regione meridionale non favorita nella distribuzione dei posti, è scesa soltanto al 2,05.

Per lo sviluppo dei processi di integrazione degli alunni disabili di cui parlava la legge occorre uno sforzo ulteriore per avvicinare maggiormente gli estremi.