LA RICETTA FRANCESE

Under 35, internauti e più motivati
Così cambiano i prof francesi

Con l’immissione di 60 mila giovani in cinque anni si sta modificando radicalmente la scuola d’Oltralpe. Ora gli insegnanti non si sposano più prevalentemente tra di loro

di Stefano Montefiori, Il Corriere della Sera scuola 12.12.2014

PARIGI - L’insegnante è una delle categorie centrali nella società francese, nel bene e nel male: a lungo visto come il protagonista dei successi della celebrata «scuola repubblicana» quando questa era il motore dell’ascesa sociale e un vanto del Paese, di recente criticato perché ritenuto corresponsabile del suo declino. Le cose però sembrano cambiare di nuovo, e stavolta in meglio. Il presidente François Hollande, impopolare e accusato di non avere mantenuto gli impegni elettorali, una promessa almeno sta rispettando: l’assunzione di 60 mila persone nella scuola in cinque anni, scelta che sta immettendo energie fresche nel cuore del settore pubblico. Questa politica, assieme ad altri fattori, sta ringiovanendo il corpo insegnanti.

Un insegnante su 4 ha meno di 35 anni
Secondo un’indagine dell’Institut Sociovision per conto dell’assicurazione complementare «Mutuelle générale de l’éducation nationale» (MGEN), un insegnante su quattro ha meno di 35 anni, e l’età media è di 43,5 anni. In Italia, l’età media è 51 anni (ed è vero che l’anno prossimo entreranno in ruolo 150 mila precari storici ma nemmeno loro riusciranno a ringiovanire più di tanto il corpo insegnante visto che l’età media nella graduatorie a esaurimento è di 41 anni). L’immagine classica del professore francese, «barbuto, sindacalizzato e di sinistra» come scrive Le Monde, sta cambiando, e acquisisce altre caratteristiche (non necessariamente alternative alle precedenti): giovane, a suo agio con le tecnologie digitali, meno orientato ideologicamente, più connesso della media dei dipendenti pubblici e no. Il 76% del nutrito gruppo degli insegnanti under 35 è iscritto a Facebook, l’85% lo usa almeno una volta al giorno, «Il 62% ha dichiarato di non potere fare a meno di un accesso a Internet in mobilità, mentre per gli altri impiegati francesi la percentuale si ferma al 39%». Usare Facebook o stare molto tempo online ovviamente non è per forza sinonimo di modernità, comprensione del mondo digitale e soprattutto di capacità didattica.

I prof sono meno isolati del passato
Ma quel che sottolinea la ricerca, condotta su 1409 insegnanti dalla scuola materna al liceo su un totale di 839 mila 700, è che i docenti sembrano meno isolati del passato, meno chiusi all’interno dei riti e delle abitudini di categoria, più in grado di rispondere alle sfide della rivoluzione tecnologica e anche più aperti al mondo esterno. Per esempio sta diminuendo l’endogamia: un tempo molti insegnanti sposavano insegnanti, oggi accade con minore frequenza. «Tra chi ha meno di 35 anni, il 58 per cento dei congiunti lavora nel settore privato, e solo il 15% nell’educazione nazionale», dice Christophe Lafond, uno dei responsabili dello studio. Nella generazione precedente, il matrimonio tra insegnanti riguardava il doppio delle persone.

Fiducia e senso dell’importanza sociale del proprio ruolo

Resta alto invece l’orgoglio di categoria e l’alto valore attribuito alla professione, che viene spesso giudicata non tanto come un modo come un altro per portare a casa uno stipendio, ma come una missione sociale o uno strumento di affermazione personale. «Lavorare è realizzarsi e sviluppare la propria personalità»: questa affermazione è sottoscritta dal 28 per cento del totale dei dipendenti francesi, ma la percentuale sale al 47% tra la categoria degli insegnanti. Alla metà del suo mandato quinquennale François Hollande si conferma il più impopolare dei presidenti della V Repubblica, ma almeno sembra avere contribuito a ridare agli insegnanti fiducia e senso dell’importanza del proprio ruolo.