La buona scuola, tutta chiacchiere e distintivo

di Paolo Laterza, L'Huffington Post 3.11.2014

Quando Renzi, nel discorso d'insediamento del suo Governo al Senato, annunciò che ogni mercoledì si sarebbe recato nelle scuole del Paese, non c'eravamo certo illusi: non è certo con le gite e i proclami ad effetto che si risolvono i gravi problemi nei quali versa il mondo della formazione in Italia. Tuttavia, il fatto che questo annuncio sia stato completamente disatteso, in favore di qualche presenza in più a diversi appuntamenti di Confindustria e dintorni, è un fatto che segnala verso dove è rivolta l'attenzione del Governo. Non a caso molte delle proposte de La buona scuola assomigliano alle 100 proposte sull'istruzione stilate dagli industriali.

In questi giorni nelle scuole italiane al posto del presidente del Consiglio abbiamo trovato un altro ospite indesiderato: la polizia in assetto antisommossa, con tanto di blindati al seguito. È il caso, ad esempio, dell'ITI Giordani a Napoli, dove la dirigente scolastica ha deciso che quello era il modo migliore per dialogare con i suoi studenti che stavano svolgendo un presidio di fronte all'edificio scolastico. Nei giorni scorsi i presidi della provincia di Napoli hanno definito i collettivi delle molte scuole in mobilitazione "cellule criminali da smantellare" perché promuovono "il degrado sociale e culturale", seguiti a ruota dalla consigliera regionale Angela Cortese (Pd): "Servono soluzioni drastiche, bocciamoli tutti!". Toni moderati e tendenti al dialogo, insomma.

Contro il degrado sociale e culturale prodotto non certo dai collettivi studenteschi ma piuttosto dai tagli all'istruzione e dalle nefaste previsioni delle linee guida de La buona scuola gli studenti in queste settimane hanno occupato e autogestito centinaia di scuole in tutta Italia, da nord a sud, impegnandosi in prima persona e molto spesso, come successo per esempio all'ITC Duca degli Abruzzi di Roma,rimettendo a nuovo edifici in condizioni pietose, sui quali il Governo ha previsto interventi assolutamente insufficienti e non strutturali. Purtroppo, si segnalano anche atti intimidatori e violenti come l'aggressione di uno studente da parte di alcuni neofascisti al Liceo Tasso occupato, sempre a Roma: le occupazioni, momenti di democrazia e partecipazione, evidentemente non piacciono ai giovani di estrema destra.

Ci hanno stupito le affermazioni del sottosegretario Faraone che, in un articolo su La Stampa, ha definito le occupazioni e autogestioni come "esperienze di grande partecipazione democratica" che vanno prese sul serio. Peccato che chi sta occupando e autogestendo le scuole lo fa soprattutto perché la consultazione su La buona scuola, conclusasi il 15 novembre, è stata una grande farsa, essendo stata nettamente indirizzata dalle stesse linee guida del Governo e non avendo lasciato reali spazi di trasformazione, come dichiarato anche dalla ministra Giannini.

Se quando detto da Faraone è vero, allora, è necessario che il Governo ritiri immediatamente le linee guida de La buona scuola e apra un confronto vero con gli studenti, i docenti e gli operatori del mondo della formazione. Sarebbe il primo vero atto di democrazia di un Governo che nel frattempo, con un'evidente forzatura autoritaria, sta facendo approvare il Jobs Act, una legge delega in bianco sul mercato del lavoro che renderà le nostre vite ancora più precarie, con un voto - molto probabilmente di fiducia - al Senato.