La maturità torna in bilico: La novità da un emendamento approvato nella legge di Stabilità: entro febbraio il ministro potrebbe per decreto istituire commissioni tutte di prof interni già da quest'anno di Salvo Intravaia, la Repubblica scuola 1.12.2014 Commissioni di maturità nuovamente in sospeso. La decisione finale arriverà entro il mese di febbraio. E' scritto nero su bianco in un emendamento alla Legge di stabilità approvato con tutto il provvedimento ieri mattina alla Camera. Ora il disegno di legge passerà al Senato per l'altro visto e l'eventuale conversione in legge. E se non interverranno modifiche, sarà il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, a stabilire se modificare le commissioni degli esami di stato del secondo grado già dalla prossima tornata di giugno oppure rinviare il tutto all'anno successivo. L'emendamento dei deputati Rocco Palese, Elena Centemero e Renato Brunetta, di Forza Italia, stabilisce che "con decreto del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono disciplinati, con effetto dall'anno 2015, i nuovi criteri per le definizione della composizione delle commissioni d'esame delle scuole secondarie di secondo grado". In altre parole, entro il mese di febbraio il ministro potrà emanare un provvedimento che modifichi l'attuale composizione delle commissioni di maturità - che ad oggi sono composte da tre membri interni, tre commissari esterni e un presidente, anche questo esterno - magari optando per quella con tutti commissari interni e il presidente esterno, già collaudata con scarsi risultati dall'ex ministro Letizia Moratti. A spingere verso tale direzione Forza Italia. Ma se entro febbraio il ministro Giannini non emanerà nessun decreto gli esami si svolgeranno come quest'anno e l'anno scorso. Sull'argomento si fronteggiano due filosofie. Molti deputati del Partito democratico sostengono che non sarebbe corretto cambiare le regole del gioco a metà anno scolastico. Inoltre, modificare le commissioni soltanto per motivi di cassa - ci sono in ballo risparmi per 140 milioni di euro, ma tutti da verificare - suscita molti dubbi. E quel minimo di oggettività garantita dalla presenza dei commissari esterni - anche se provenienti da scuole della stessa provincia - con la commissione interna verrebbe meno (e dubbi maggiori si addensano sulle scuole paritarie). Infine, i professori si troverebbero a valutare per ben due volte gli stessi studenti nel giro di un mese: i primi di giugno per l'ammissione agli esami e a luglio per l'esame finale. Il centrodestra in particolare cavalca l'ipotesi di fare svolgere gli esami finali del percorso scolastico con gli stessi docenti che hanno seguito i ragazzi per tutto l'anno. Una eventualità gradita a famiglie e studenti che si sentono più "al sicuro" se giudicati dagli insegnanti interni che conoscono. Se la proposta andrà in porto, sempre entro febbraio, il ministero dell'Istruzione dovrà ridefinire i compensi dei membri interni, fermi da anni ai 470 euro lordi. Ma in tal caso il risparmio per le casse dello stato si ridurrebbe. |