Il 2015 sarà l’anno della scuola! Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 29.12.2014
La promessa arriva dal presidente del Consiglio Matteo Renzi: il cambiamento è iniziato. Non si cambia con una riforma dall'alto ma con un coinvolgimento dal basso. Il premier spiega che però sono da vincere anche tante resistenze: ho incontrato un ragazzo, Federico Bindi, che non è parente. Ci ha detto: 'A me il progetto non piace perché fintanto che voi non renderete il mestiere di insegnate un mestiere da sognare, vuol dire che avrete fallito'.
Renzi spiega perché crede tanto nell’investimento per l’Istruzione. "La scuola è per un politico serio il luogo per antonomasia. Molti di voi conoscono la mia passione per Tony Blair". Sulla scuola "usava tre parole: education, education, education. Tutti i ministri della pubblica istruzione hanno detto che avrebbero cambiato la scuola e cosa hanno fatto? La riforma. La riforma che mutava la riforma che mutava la riforma che non aveva fatto in tempo ad entrare in funzione. La parola riforma per la scuola l'abbiamo cancellata". "Il percorso sulla scuola va fatto coinvolgendo e confrontandosi. Ho incontrato un ragazzo, Federico Bindi, che non è parente. Ci ha detto: 'A me il progetto non piace perché fintanto che voi non renderete il mestiere di insegnate un mestiere da sognare, vuol dire che avrete fallito'. Mi ha colpito, un ragazzo di 17 anni della quarta. Fare l'insegnante non è il refugium peccatorum che una certa cultura ha fatto passare. Non puoi farlo con 149mila persone a spasso a star dietro alle graduatorie a i telegrammi" di convocazione. L’ultima battuta di Renzi riguarda i tempi di attuazione del progetto sulla scuola. "Abbiamo fatto tutto quello che abbiamo promesso". Così il premier Matteo Renzi nel corso della conferenza stampa di fine anno. "In 10 mesi abbiamo fatto tanti errori, ma tutti i procedimenti sono stati avviati, con l'eccezione della scuola, perché abbiamo fatto un dibattito". |