SISTEMI EDUCATIVI A CONFRONTO

La Finlandia dice addio al corsivo
Dal 2016 non si insegnerà più

Una scelta dettata dal pragmatismo: lo stampatello è più veloce e più facile. I dubbi di psicologi e pedagogisti

 Il Corriere della Sera scuola 8.12.2014

Corsivo, addio. La Finlandia, il Paese con uno dei sistemi educativi più avanzati al mondo, ha deciso di mandare definitivamente in soffitta gli arnesi della bella calligrafia che fu dei nostri nonni e genitori e in parte è ancora nostra (per i nostri figli è tutto da vedere!). Da agosto 2016 nessun bambino finlandese imparerà più a scrivere le lettere dell’alfabeto una legata all’altra, ma solo in stampatello, con i caratteri lì belli chiari per tutti, facili da scrivere e soprattutto da leggere. E al posto delle lezioni di calligrafia si imparerà a battere sul computer. Così ha deciso l’Istituto Nazionale di Educazione finlandese: con buona pace dei tanti argomenti e dei tanti studi di psicologi e pedagogisti che dimostrano come il corsivo non sia solo un vecchio arnese ma serva a sviluppare precise capacità cognitive nei bambini.

Negli Stati Uniti il corsivo non esiste già più

La Finlandia non è certo il primo Paese a imboccare questa strada. Negli Stati Uniti, ad esempio, il corsivo non lo usa quasi più nessuno. Quello che sorprende semmai è che a tagliare i ponti con la bella scrittura sia lo stesso Paese che non soltanto primeggia nelle classifiche Ocse-Pisa sulle competenze dei 15enni, ma lo fa in modo «gentile», cioè stando sempre dalla parte dei bambini. Al mondo vi sono altri sistemi scolastici che svettano nei test, prima di tutto le tigri asiatiche. Ma lo fanno a prezzo della serenità dei ragazzi sottoposti a ritmi e pressioni spesso intollerabili. Non è certo il caso della Finlandia che viceversa primeggia proprio grazie a un sistema molto «children friendly». Come spiegare allora questa apparente resa armi e bagagli alle ragioni bieche della tecnologia e di Internet, della messaggistica veloce e sgrammaticata dei social contro una pedagogia più alta che difende le ragioni di quel corsivo che non è solo un retaggio del passato ma uno strumento utile a sviluppare apprendimento e memoria affievolite dall’uso dei mezzi tecnologici?

L’esperimento pilota di Roma sul corsivo come antidoto al tablet

Scelta pragmatica o ideologica?

La risposta è: pragmaticamente. Le ragioni addotte dall’Istituto Nazionale di Educazione sono improntate «solo» al pragmatismo:scrivere in stampatello, ha spiegato la funzionaria Minna Harmanen, è più veloce e si impara prima. Non è escluso che dietro le motivazioni puramente funzionali vi sia anche un’ostilità ideologica nei confronti del corsivo considerato troppo elitario: lo stampatello garantisce una scrittura meno personale certo, ma sicuramente più democratica. Al di là delle ragioni a favore o contro i due tipi di scrittura, lascia un po’ sorpresi la scelta di eliminare il corsivo per legge, quasi di vietarlo, quando in fondo avrebbe potuto continuare a convivere in pace con lo stampatello, che è già destinato a prendere sempre più piede proprio grazie alle nuove tecnologie.