Il tema: si impara a ragionare
o è meglio abolirlo?

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 28.12.2014

Se per un verso Francesco Dell'Oro, su “la Lettura” di domenica scorsa, propugna una riforma che includa l'abolizione del tema in classe, considerato un esercizio diseducativo, dalle colonne del Sole 24 Ore si sostiene tesi opposta: a scuola, e nella società italiana, non manca la creatività ma la logica

I ragazzi di oggi (e anche una buona fetta degli adulti) hanno forti carenze nella capacità di ragionare e argomentare su temi minimamente complessi. Di qui la proposta di questo supplemento di rendere obbligatoria una materia come Cittadinanza e Costituzione anche nella scuola superiore, arricchendola di quegli strumenti di base – logica, retorica, teoria dell'argomentazione, ragionamento probabilistico – utili a formare nei ragazzi un autentico pensiero critico.

In questo il nostro vecchio tema non è un nemico, ma può essere un valido alleato, tanto più che da qualche anno al liceo si propone il cosiddetto saggio breve, componimento argomentativo di fronte al quale la maggior parte dei ragazzi ignari di logica cade miseramente. Non solo, come minimo, il tema richiede un po' di analisi logica e alcune conoscenze grammaticali e lessicali. Ma può diventare (e nei casi migliori già è) una vera e propria palestra per formare le competenze logiche e argomentative necessarie ai cittadini di domani. Un componimento scritto, incentrato su un argomento ben preciso (niente tema libero, per favore!), che permetta a chi scrive di ordinare le proprie conoscenze sostenendo una tesi con ragioni riconoscibili, chiare e che poggiano su fatti ben esplicitati, è un ottimo modo per formare quelle menti critiche e costruttive cui il mondo del lavoro chiederà nel futuro capacità crescenti di autoeducazione e di autoapprendimento. Con un pizzico di logica ci potremo arrivare. (Il Sole 24 Ore)

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