Record di bocciature al primo anno
delle superiori, soffrono più gli uomini

 Orizzonte scuola 23.12.2014

L'Istat ha pubblicato l'annuario statistico 2014. Tra le voci anche l'istruzione. Vediamo insieme l'andamento delle performance degli alunni italiani.

Nell’anno scolastico 2012-2013 la percentuale di licenziati sugli ammessi agli esami della scuola secondaria di primo grado è pari al 99,7 per cento, ed è pressoché invariata rispetto all’anno precedente (Prospetto 7.1). Il 57,2 per cento degli alunni consegue il titolo con un voto uguale o inferiore al sette, mentre il 6,5 per cento supera l’esame con il voto più elevato (dieci o dieci e lode). Rispetto all’anno scolastico precedente la quota di studenti che si sono licenziati con un voto pari o superiore a nove è aumentata da 20,8 a 21,6 per cento

Nell’anno scolastico 2012-2013, nella scuola secondaria di secondo grado la percentuale dei non ammessi alla classe successiva è del 10,8 per cento, notevolmente superiore a quella che si registra nella secondaria di primo grado ( 3,6 per cento). Nelle scuole secondarie di secondo grado, la selezione è più forte nel primo anno di corso, quando la quota degli alunni non ammessi alla seconda classe è pari al 16,8 per cento.

Nel 2012, il 98,8 per cento degli studenti ammessi a sostenere l’esame di stato consegue il diploma di istruzione secondaria superiore. Gli studenti dei licei classici e scientifici sono quelli che ottengono migliori risultati, rispettivamente con il 99,6 e il 99,5 per cento di diplomati sul totale degli ammessi, mentre gli studenti dei licei socio-psicopedagogici (99,1 per cento), dell’istruzione artistica (98,5 per cento) e degli istituti tecnici (98,4 per cento) fanno registrare percentuali leggermente inferiori. Le studentesse registrano tassi di successo più elevati, con il 99,1 per cento di diplomate rispetto al 98,5 per cento dei diplomati maschi; tale andamento differenziato tra i due generi si rileva in tutti gli indirizzi di studio e si presenta più accentuato tra i diplomati dell’istruzione artistica, dei licei socio-psicopedagogico ed istituti professionali.

L’aumento della scolarizzazione ha prodotto, nel corso degli anni, un costante innalzamento del livello di istruzione della popolazione italiana. Nel 2013, la quota di residenti in possesso di qualifica o diploma di istruzione secondaria superiore è del 29,2 per cento e quella d  chi possiede un titolo universitario è del 12,3 per cento. L’incidenza degli individui che hanno al massimo la licenza elementare – pari al 21,0 per cento della popolazione – risulta ancora alta tra gli ultrasessantacinquenni (61,8 per cento), ma estremamente bassa fra i più giovani (1,8 per cento tra i giovani di 15-19 anni). Le differenze di genere nei livelli di istruzione appaiono rilevanti in tutte le generazioni.
In particolare, nella fascia 20-24 anni i diplomati maschi sono il 60,4 per cento mentre la quota di diplomate è pari al 67,3 per cento. Tra i giovani di 25-29 anni, il 28,7 per cento delle donne possiede un titolo terziario rispetto al 17,7 per cento degli uomini. Fra gli ultrasessantacinquenni, invece, i rapporti si invertono: gli uomini con un diploma di scuola secondaria superiore o un titolo universitario sono, rispettivamente, il 14,7 ed il 7,8 per cento, le donne solo il 9,2 per cento e il 4,0 per cento.


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