Riforma della P.A.: Renzi fa “sul serio”,
ma con tempistica elettorale

di Anna Maria Bellesia, La Tecnica della Scuola 30.4.2014

Consiglio dei ministri del 30 aprile dedicato alla riforma della P.A. e lettera di 4 pagine ai dipendenti pubblici. Vuole fare “sul serio” Matteo Renzi, all’insegna di meno burocratese e più trasparenza. Novità nel metodo, con una consultazione aperta fino al 30 maggio. Ma i problemi restano gli stessi da decenni.


È difficile nelle linee guida presentate in conferenza stampa trovare qualcosa che non sia già stato detto da tutti i predecessori che si sono occupati di semplificazione, razionalizzazione, innovazione nella pubblica amministrazione.

Da quanti anni sentiamo parlare di tagli agli sprechi, mobilità, trasparenza, “open data”, digitalizzazione dei servizi? E di investimento nel “capitale umano”? Quanta veemenza ci aveva messo Brunetta, sostenuto dall’ampia maggioranza di cui godeva l’ultimo governo Berlusconi, sulla valutazione dei dirigenti, la riduzione delle aziende municipalizzate, la soppressione degli enti inutili?

Abbiamo già sentito parlare anche della “razionalizzazione delle autorità portuali” e della “riduzione del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego”. Niente di nuovo insomma. Anzi la solita lista di buone intenzioni, con la specifica del “Vogliamo fare sul serio, dobbiamo fare sul serio”. E ci mancherebbe altro! Non è che Bassanini, Brunetta, Monti e tutti quelli che ci hanno provato volessero scherzare.

Di diverso dal passato, diciamolo, c’è una furbissima novità nel metodo. “Non si fanno le riforme della Pubblica Amministrazione insultando i lavoratori pubblici”, dice Renzi. “Che nel pubblico ci siano anche i fannulloni è fatto noto. Meno nota è la presenza di tantissime persone di qualità che fino ad oggi non sono mai state coinvolte nei processi di riforma. Persone orgogliose di servire la comunità e che fanno bene il proprio lavoro”.

Il riferimento è a Brunetta, che con la sua campagna contro i fannulloni, era sì diventato il ministro “più amato” dagli italiani, ma si era alienato del tutto i dipendenti pubblici, il cui voto è determinante per vincere o perdere le elezioni. Ne sa qualcosa Bersani, che ha perso proprio per la mancata chiarezza sulla scuola, regalando un sacco di voti a Grillo.

Le elezioni sono alle porte, e Renzi non può rischiare di trovarsi contro il pubblico impiego, vanificando lo sforzo fatto con il reperimento tempestivo degli 80 euro in busta paga.

Dunque la novità: attendiamo le Vostre considerazioni, le Vostre proposte, i Vostri suggerimenti, dice il premier. Scriveteci all'indirizzo rivoluzione@governo.it.

La consultazione sarà aperta dal 30 aprile al 30 maggio. Nei giorni successivi il Governo predisporrà le misure che saranno approvate dal Consiglio dei Ministri venerdì 13 giugno 2014, dopo le elezioni europee, con tempista elettoralmente perfetta.

Riforme, lotta contro la burocrazia e “Sforbicia-Italia”: cambia qualche termine, ma la montagna dei problemi da risolvere è più tosta dell’Everest. Ce la farà Renzi? Finora nessuno di quelli che ci hanno provato ne è uscito salvandosi la faccia.