Nel decreto Irpef spunta un taglio all'università

 di Corrado Zunino, Repubblica La scuola siamo noi 19.4.2014

La prima promessa tradita dal governo Renzi è sull'università. Non ci saranno tagli lineari, aveva più volte detto il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini: "Questo governo ha messo al centro la scuola e il sapere". Ancora ieri, di fronte alle voci che rivelavano tagli alla voce università nel decreto legge varato in Consiglio dei ministri, la Giannini, neocandidata al Parlamento europeo per Scelta Europea, replicava sicura: "Non c'è alcun taglio".

A Palazzo Chigi, ieri, il testo del decreto non era stato consegnato alla stampa. Oggi, però, una bozza circolante tra i rettori della Conferenza delle università (porta la data, 18 aprile, e l'ora, 16,46, del Consiglio dei ministri) al comma 6 articolo 50 parla in maniera esplicita di una sottrazione di 30 milioni al Fondo di finanziamento ordinario delle università per il 2014 (oggi ammonta a 7 miliardi di euro) e di 45 milioni per ogni anno a partire dal 2015.

Il titolo dell'articolo del decreto spending è "disposizioni finanziarie" e recita: "Per l'università la razionalizzazione della spesa è assicurata attraverso la riduzione della dotazione del Fondo di finanziamento ordinario" (istituito nel 1993 e nelle ultime due stagioni in calo). Inoltre, una "razionalizzazione della spesa" generale viene assicurata attraverso una riduzione del Fondo ordinario per gli enti di ricerca, a eccezione dell'Invalsi. In questo caso l'ammontare della "razionalizzazione" non è stata quantificata.

La Conferenza dei rettori vuole fermare la conversione in legge di questo passaggio del decreto, ma per ora tace. Annunciano battaglia in maniera esplicita, invece, gli studenti della Link, il loro coordinamento universitario. "I numeri prospettati nel decreto legge sulla spending review - dichiara il portavoce Alberto Campailla - parlano della chiara volontà politica di affossare definitivamente il sistema dell'università e della ricerca pubblica, in perfetta continuità con il piano di smantellamento avviato da Berlusconi e proseguito con Monti e Letta. Il rilancio del sistema della formazione e della ricerca pubblica è l'unica strategia credibile e di lungo periodo per l'uscita dall'emergenza, le affermazioni rassicuranti del ministro Giannini sono state fin qui tragicomiche. Siamo pronti a una mobilitazione generale in tutti gli atenei e negli enti di ricerca del paese".