L’equo rapporto alunni/classe farebbe sparire
5mila classi nel Mezzogiorno

 Tuttoscuola, 8.4.2014

Nel corso dell’ultimo decennio le variazioni demografiche hanno riconfigurato l’intero sistema di istruzione statale. Lentamente il numero di alunni è andato crescendo al Centro Nord, mentre diminuiva al Sud e nelle Isole. Conseguentemente è variato anche il numero medio di alunni per classe. Nel 2005-06 si è registrata la situazione più omogenea degli ultimi anni con un rapporto di 20,63 alunni per classe al Nord Ovest, 20,50 nel Nord Est e 20,54 nel Sud.

Poi la forbice ha cominciato ad allargarsi, nonostante il recente impegno del Miur di contenerla.

Cosa succederebbe se fosse obbligatorio lo stesso rapporto alunni/classe a livello di ogni regione?

Abbiamo simulato una uguale situazione complessiva a livello regionale e di area, attribuendo un uguale rapporto medio di alunni per classe, cioè l’attuale reale rapporto di 21,47 alunni per classe, operando sia sui singoli settori scolastici (dall’infanzia alle superiori) che sui territori.

Fermo restando il numero attuale (reale) delle classi attualmente funzionanti, cioè 366.971, si avrebbe una diversa distribuzione del numero delle classi sul territorio.

Per capirci, se al Sud dove ci sono attualmente 2.176.705 alunni (reali) si applicasse il valore (reale) del rapporto medio nazionale di alunni/classe (21,47), invece delle attuali 103.946 classi (reali) si avrebbero 100.902 classi (virtuali). Il Sud, in una logica di perequazione, dovrebbe quindi cedere ad altri 3.044 classi (e, quindi, circa 4.800 posti di docente).

Le Isole dovrebbero cedere 1936 classi (e circa 3mila posti di docente). Il Nord Ovest avrebbe diritto ad avere 2.330 classi in più (e circa 3.700 posti in più docente); il Nord Est 1.067 classi in più (e circa 1.700 posti di docente); le regioni del Centro avrebbero diritto a 1.583 classi in più (con l’aggiunta di circa 2.500 posti di docente).