Scuola, rivoluzione libri di testo: I limiti di spesa andranno rispettati. Le singole scuole potranno produrli in proprio ma solo digitali. Riduzionio di spesa per i formati misti di Salvo Intravaia, la Repubblica scuola 10.4.2014 Settembre 2014: inizia la rivoluzione dei libri di testo scolastici. Le scuole non avranno più l'obbligo di adottarli, potranno produrli in proprio - ma solo in formato digitale - e niente più libri "consigliati" per aggirare i tetti di spesa fissati dal ministero per ogni classe. Ma cade il vincolo di tenere un libro per un intero quinquennio, una volta adottato. E per le classi iniziali - prima e terza superiore o prima media - ove i consigli di classe decidessero di scegliere tutti libri di nuova adozione è prevista una riduzione del tetto di spesa del 10 per cento, se si tratterà di libri misti - cartaceo -digitale - e del 30 per cento se i libri fossero tutti in formato digitale. Le novità sono di rilievo e mirano a fare risparmiare le famiglie, oltre che a rendere più appetibile il libro di testo ai nativi digitali o agli alunni del terzo millennio, che per la prima volta faranno il loro ingresso al primo anno delle superiori a settembre. Ma quanto la "vecchia" classe docente italiana sarà in grado di approfittarne? E quanta voglia avranno gli anziani prof della scuola italiana di prodursi in proprio i libri? Nei prossimi anni avremo delle risposte precise, se il ministero effettuerà un puntuale monitoraggio. Sta di fatto che fra cinque mesi le scuole potrebbero avviare una vera e propria rivoluzione. Vediamo quali sono le novità contenute nella circolare di ieri, che riprendono alcuni decreti voluti dagli ex ministri dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza e Francesco Profumo. Il collegio dei docenti, a partire da quest'anno, non è più obbligato ad adottare libri di testo per ogni disciplina. Può adottare "strumenti alternativi" purché siano coerenti con il Piano dell'offerta formativa della scuola, con gli ordinamenti scolastici e con i tetti di spesa previsti dalla normativa per ogni classe. I docenti, per esempio, potrebbero compilare testi digitali da proporre agli alunni. L'elaborazione di ogni testo verrà affidata ad un docente supervisore, che garantisce la qualità dell'opera, in collaborazione con gli studenti della classe. L'opera sarà inviata al ministero e potrà essere condivisa da tutte le scuole italiane. Nell'arco di pochi anni, le adozioni dei libri scolastici classici potrebbe tramontare. "Insegnanti e dirigenti - spiegano da viale Trastevere - saranno coinvolti per la prima volta in un'opera collettiva di elaborazione di strumenti per la didattica che avrà la scuola stessa come protagonista". Ma a partire dal prossimo anno scolastico il vincolo pluriennale, voluto dalla Gelmini, che imponeva di tenere in vita lo stesso testo per almeno cinque anni, salterà e i consigli di classe potranno modificare le adozioni anche ogni anno. La novità che invece potrebbe incidere maggiormente, perché non occorrerà sforzarsi più di tanto, è quella sui cosiddetti "libri consigliati", che fanno lievitare il costo dell'intera dotazione libraria ma che aggirano i tetti di spesa fissati dal Miur. Sarà possibile adottarli ma non per intere materie, soltanto per approfondimenti o se saranno a carattere monografico: tipo i Promessi sposi oppure la Costituzione italiana. Tra adozioni non più obbligatorie e libri consigliati razionati, non dovrebbero più verificarsi casi di sforamento consistente come negli anni passati. Resta dietro l'angolo l'insidia dei testi "consigliati a voce" dai docenti alle classi che si trasformano i testi obbligatori, ma che non figurano da nessuna parte. |