CALO D’ISCRIZIONI
Liceo classico in crisi? Al «processo» organizzato al «Visconti» di Roma, anche Giovanni Maria Flick tra i giudici. La sentenza della corte togata: ancora valido ma deve «ri-crearsi» di Flavia Fiorentino, Il Corriere della Sera scuola 12.4.2014
ROMA - Assolto con formula piena dalla giuria popolare di presidi,
professori e studenti che affollavano l’Aula Magna del «Visconti»,
il «Liceo classico», accusato di «in-attualità» per il vertiginoso
calo di iscrizioni, e non solo, è stato «condannato» dalla Corte
Suprema a «ri-crearsi» attraverso un nuovo e più saldo legame tra la
conoscenza umanistica e la cultura scientifica senza più escludere
quelle scintille di emozione e creatività rappresentate dalla musica
e dall’arte applicata.
Due ex ministri della Repubblica, l’europarlamentare Luigi
Berlinguer (Istruzione) e il presidente Emerito della Corte
Costituzionale Giovanni Maria Flick (Giustizia) affiancati da
Luciano Benadusi, professore onorario a «La Sapienza», in
quell’austera Aula Magna del liceo classico romano più antico
d’Italia hanno indossato la toga per celebrare il processo a un’
istituzione scolastica che in sette anni ha perso il 50% di
iscrizioni (nel 2014 solo il 6% dei ragazzi ha scelto il classico:
30 mila studenti in tutta Italia).
Le tesi dell’accusa, rappresentata dal «Pubblico ministero» Claudio
Gentili (professore universitario, responsabile Education di
Confindustria) e sostenute da molti testimoni, hanno messo in
evidenza il distacco di questi studi troppo «filologici» e farciti
di eccessivo «grammaticismo», dalla realtà, dal mondo del lavoro,
dall’evoluzione dei saperi e della tecnologia, dalla globalizzazione
e dalle migrazioni. «Serve una didattica “attiva”, non ripetitiva e
noiosa così come avviene oggi». E ancora difetti: «Manca una
rivoluzione digitale, una didattica delle competenze. E’ stato
bandito il laboratorio umanistico dove si producevano testi e
poesie». Con questi studi - è stato anche detto - «si è fuori
dall’Europa perché non ci vengono riconosciute certificazioni
spendibili a livello internazionale».
L’accusa ha poi messo in campo anche uno studio statistico per
confutare la «presunta eccellenza» di professionisti, politici e
manager che avrebbero compiuto studi classici: «La prima scelta
avviene già alle medie, quando solo i migliori si iscrivono al
classico e sono sostenuti da famiglie che hanno un elevato grado di
istruzione. Dopo cinque anni di faticoso “addestramento”, chi ne
esce, riesce bene anche all’università e avrà ottime performance
anche nel mondo del lavoro. Tutto questo - è stato sottolineato -
non grazie agli studi umanistici ma a individualità di per sè
eccellenti già nella pre-adolescenza».
Per l’ Avvocato della Difesa, incarnato da Nuccio Ordine (ordinario
di Letteratura italiana all’Università della Calabria) la crisi «non
riguarda solo il calo delle iscrizioni. Si deve guardare al degrado
progressivo della cultura umanistica. Un impoverimento riflesso
nello stesso lessico : ma si può parlare di “giacimenti culturali”?
E del Colosseo, ormai solo per il suo “profitto”? Gli studenti
devono confrontarsi con “crediti” e “debiti”. L’ homo economicus
misura tutto con i numeri. Così la Biblioteca nazionale è una
vergogna, gli Archivi di Stato affittano le sale per eventi e feste
perché non hanno fondi. Ma la logica aziendalista e
dell’utilitarismo non ha niente a che fare con il sapere. La
conoscenza del greco, del latino, degli autori classici ha un valore
intrinseco. “Non serve” perché non si è servili».
Così la sentenza, pronunciata solennemente da Luigi Berlinguer ha
auspicato «l’aumento di classicità e umanesimo in tutto il nostro
sistema formativo perché nessuno si può privare della gioia, del
nutrimento che questo sapere produce. Bisogna quindi, pur
conservando un indirizzo specialistico, togliere al liceo classico
questo monopolio perché è inammissibile che sia stata considerata
“non cultura” la scienza, così come la musica e l’arte. E’
importante infondere questo patrimonio in tutto il sistema formativo
con diverse intensità ma pari dignità».
Il «processo» al classico, che ha visto la partecipazione anche del
presidente dell’Ufficio Scolastico Regionale Maddalena Novelli
insieme alle presidi dei tre licei classici organizzatori, Clara
Rech del Visconti, Micaela Riccardi del Giulio Cesare e Irene
Baldriga del Virgilio, è parte della «trilogia» di eventi che hanno
costituito la rassegna «Classici dentro: crisi e speranze per la
scuola del terzo millennio». |