Quota 96: no del Governo Renzi
che però lavora a piano prepensionamento,
uscita anticipata e flessibile proposta Poletti

Il governo non ha le risorse necessarie per risolvere ora la questione dei Quota 96
ma prossimo anno qualcosa potrebbe cambiare con piano flessibilità di Poletti

di Marcello Tansini, webmasterpoint 16.4.2014

Si attendeva la presentazione del Def 2014 per capire se fossero reperibili le risorse necessarie per il prepensionamento degli insegnanti della scuola di Quota 96, ma in realtà nulla è stato fatto. E dopo mesi di promesse e piani, i 4mila insegnanti che sarebbero potuti andare in pensione se non fosse entrata in vigore la legge Fornero dovranno attendere ancora. Forse fino al prossimo anno.

Dopo l’approvazione all’unanimità in Commissioni Lavoro e Bilancio, della risoluzione sui Quota 96, il governo si era, infatti, impegnato a riferire, prima della presentazione del Def, sulle risorse necessarie per il via libera alla legge Ghizzoni-Marzana, ma non è arrivata alcuna risposta positiva. Le speranze si riversano ora in quelle parole annunciate proprio poco fa dal ministro Poletti, che ha promesso una soluzione alle questioni nate con la legge Fornero per l’anno prossimo, o meglio, dopo l’approvazione del Jobs act.

Poletti, che studia ora un nuovo piano di uscita flessibile dal lavoro, è ben consapevole del fatto la riforma Fornero ha dato vita a “ingiustizie gravi. A partire da un lavoro avviato dal ministro Giovannini, stiamo tentando di costruire una soluzione che riguardi tutti gli esodati. Per realizzare uno scivolo verso la pensione, le risorse necessarie sono tante e dobbiamo decidere dove metterle. Credo che abbiamo il dovere di postarle innanzitutto nei confronti di quelle persone che non hanno reddito, che hanno perso il lavoro e non sono arrivate alla pensione”.

Ed è proprio in quest’ultima categoria che rientrerebbero i Quota 96. Nonostante sembri paradossale il prossimo recupero di risorse che al momento sembrano mancare, sono tanti coloro che aspettano di vedere cosa sarà realmente in grado di fare il ministro insieme al governo per sciogliere i nodi più ingarbugliati sulle pensioni creati dalla legge Fornero.