Le classi meno affollate del Mezzogiorno Tuttoscuola, 7.4.2014 Cresce il numero degli alunni, ma resta invariato il numero degli insegnanti. Protestano alcuni sindacati per questa incongruenza ministeriale, ma la dura legge della spesa, come si sa, spazza via anche gli automatismi di qualsiasi genere. Sui numeri, però, è bene fare chiarezza, perché il dato dell’incremento nazionale (+ 31.845 alunni l’anno scorso e + 21.605 nell’attuale anno scolastico per complessivi 53.450 unità) è il risultato finale di una somma algebrica che nasconde andamenti demografici notevolmente diversi. Il Sud, ad esempio, ha perso nell’ultimo biennio 31.150 alunni (16.203 l’anno scorso e 14.947 quest’anno); le Isole hanno perso complessivamente 14.319 alunni dal 2011/12 al 2013/14. Nello stesso periodo il Nord Ovest ha avuto un incremento di 42.619 alunni, il Nord Est di 28.522 e le regioni del Centro di 27.778. Ma i numeri nascondono un’altra verità: aumenta il numero medio di alunni per classe dove c’è stato aumento della popolazione scolastica, diminuisce invece dove c’è stato decremento. Nel nord Ovest, ad esempio, il numero medio di alunni per classe (dall’infanzia alle superiori) è passato da 21,74 al 21,96, mentre nello stesso tempo al Sud è passato dal 21,06 al 20,94: la forbice tra questi due territori era di 0,68 punti e si è allargata a 1,02 punti. È segno, questo, che nei territori dove c’è stato un calo di alunni non sono state chiuse in proporzione tutte le classi, mentre, al contrario, negli altri territori dove c’è stata più popolazione scolastica non sono state assegnate tutte le classi dovute. Classi più o meno del dovuto vogliono anche dire più o meno insegnanti del dovuto. Nessuna norma di legge impone un rapporto alunni per classe uguale su tutto il territorio, ma un principio di equità lo reclama. Il Miur, come dimostra l’ultimo provvedimento sugli organici, ci prova, ma si potrebbe fare di più, molto di più. Cosa succederebbe se fosse obbligatorio lo stesso rapporto alunni/classe a livello di ogni regione? |